di Luciano Manna – Si litiga in fabbrica, così come è successo solo ieri, 2 febbraio 2024, ma sui rifiuti da portare all’estero la linea è condivisa.

I Commissari straordinari Ilva si sono recati nello stabilimento spinti dal Governo che era ed è preoccupato per la mancanza di materie prime che ha portato lo stop di quasi tutti gli altiforni a Taranto: di fatto solo Afo4 è in marcia al minimo mentre in preriscaldo rimangono solo Afo2, da un paio di settimane e Afo1 da agosto 2023. Muro di ArcelorMittal che non ha dato molte spiegazioni ai Commissari Antonio Lupo e Francesco Ardito che a loro volta hanno deciso di interrompere l’ispezione e di accogliere, si fa per dire, all’uscita dalla direzione dello stabilimento, alcune contestazioni dei rappresentanti dell’indotto ormai da giorni in agitazione alle portinerie della fabbrica. Non ha convinto neanche l’ultimo Decreto Salva indotto.

Linea transfrontaliera comune. Fanghi, polveri e rifiuti li mandiamo tutti all’estero, nei cementifici. Dopo ArcelorMittal verso Cipro prima e Acciaierie d’Italia verso la Grecia dopo, nel 2024 si accoda anche Ilva spa in Amministrazione straordinaria sulla direttrice estera dei fanghi.

Accade, infatti, che ILVA spa in Amministrazione straordinariaha ha prodotto e detiene nelle aree esterne allo stabilimento siderurgico di Taranto diversi tipi di rifiuti, tra cui fanghi e residui di filtrazione prodotti dal trattamento dei fumi con codice EER 100214 che per mezzo di una ditta dell’indotto, nell’operazione società notificatore, spedisce 20.000 tonnellate, pari a n.ro 740
movimenti (ruota-nave-ruota), presso l’impianto della Heracles General Cement Company – Agria – Greece al fine dell’operazione R5, riciclo o recupero. Quindi ricicliamo fanghi dell’Ilva per farci cemento?

La spedizione transfrontaliera di rifiuti di cui alla notifica generale IT027713 che scadeva a gennaio 2024 ha una proroga valida sino a gennaio 2025. Forza i Commissari di Governo allora, verso est, dopo la via della seta, che si aprano nuovi fronti per smaltire fanghi e polveri industriali riciclandoli nel cemento. Il green deal è servito ed il Made in Italy da esportare anche.