di Luciano Manna – L’ultimo documento inerente il progetto per la costruzione del dissalatore al fiume Tara, comparso sul sito della Regione Puglia, pone una ipotesi inquietante che calpestala cultura di chi frequenta quel luogo ogni mese dell’anno. tutte le strutture in legno utilizzate dai bagnanti saranno smantellate.

Che il progetto dissalatore ponesse poca attenzione alla cultura del luogo sacro che è il fiume Tara ce ne eravamo accorti subito ed immediatamente dopo la lettura di alcuni documenti inerenti il progetto. Ulivi sradicati, agrumenti falciati, adesso tocca alle storiche strutture in legno che sorgono lungo le sponde del fiume, strutture che sono il simbolo della cultura della comunità che vive il Tara, che del Tara si prende cura per tutto l’anno. Quelle discese di legno sono un tutt’uno con il luogo, rappresentano la cultura del posto vissuta da gente provenienteda ogni paese della provincia di Taranto. Oltre all’ecosistema sono a rischio anche queste, anzi, in realtà gli autori del progetto ne hanno già dichiarato lo smantellamento.
“Attrezzature balneari che necessitano di una sostituzione con una messa in sicurezza di tutta l’area. In questo tratto di fiume le sue sponde sono arricchite con strutture balneari di fortuna“. Con queste parole si consuma lo scherno della comunità del fiume Tara che lo ha vissuto e lo vive da decenni.
Che speranza c’è di salvare queste strutture? Ricadono in area demaniale dove l’ente competente è il comune di Taranto e il Demanio fluviale regionale che dovranno autorizzare l’opera che prevede lo smantellamento delle strutture attuali con la ssostituzione di un “piccolo pontile galleggiante”.
C’è ancora tanto da fare per difendere questo luogo, quindi, che la cittadinanza si attivi per impedire lo smantellamento delle attuali strutture in legno che sono il simbolo della cultura del fiume Tara.