di Luciano Manna – Come di rito, e come avevamo annunciato nell’articolo di ieri a seguito del tragico incidente avvenuto nel bacino Ferrati dell’Arsenale militare di Taranto col cedimento della vetusta barca porta, arriva il comunicato stampa patinato della Marina Militare: “cause ancora da accertare” e “sono in corso verifiche per stabilire la causa del cedimento”. Perché mentre la Marina Militare indaga sull’ovvio, il giorno dopo l’incidente gli operai dell’Arsenale conoscono già il motivo per il quale ha ceduto la barca porta? La Marina Militare prende tempo ma si rende conto di aver messo a rischio la vita di alcune persone che lavoravano nel luogo dell’incidente?

Proprio così. Cinque ore prima del cedimento della barca porta al bacino Ferrati, almeno sino alle ore 12 circa, nell’area del bacino Ferrati operavano una decina di persone e se queste non sono state coinvolte dall’impeto dell’ondata arrivata dal Mar Piccolo è solo per un puro caso, per una fatalità, per fortuna e grazia ricevuta. Poche ore dopo ed oggi a causa di acclarate negligenze, staremmo parlando di una strage.

La barca porta nella foto di copertina è “parcheggiata” lì davanti all’Arsenale, davanti agli altri bacini, era pronta a sostituire quella vecchia del Ferrati. Dalle informazioni acquisite apprendiamo che quella che ha ceduto aveva già dimostrato problemi da alcuni mesi e per questo motivo si usavano espedienti per “tamponarla” dal lato mare. C’è chi dice che si posizionava un’altra barca porta davanti a quella che ha ceduto. Cosa è successo quindi nel pomeriggio del 2 agosto?

Ci viene spontanea anche un’altra domanda. Ma le barcche porta vengono collaudate? Se si da chi? E se anche una commessa da alcuni milioni di euro non viene eseguita secondo le dovute caratteristiche tecniche richieste questa viene utilizzata lo stesso? E ripetiamo la domanda, questa viene collaudata? Attendiamo risposta dall’ufficio stampa della Marina Militare, magari propagata da qualche bravo giornalista di inchiesta, a Taranto non mancano.

Questo incidente si può considerare un disastro ambientale? Dalle testimonianze apprendiamo che in mare è finito di tutto: olii compresi che giacevano abbandonati in alcuni bidoni aperti ed accantonati in maniera impropria a pochi metri dal mare. Gestione dei rifiuti tutto bene? Ispezioni? Arsenale porto franco con un’altra legislazione o deroga alle regole? Le responsabilità della Marina Militare circa questo increscioso episodio da cui si evince trascuratezza, noncuranza e mancanza di rispetto nei confronti della città sono notevoli così come notevole è l’impatto ambientale che questo Arsenale vetusto conferisce al Mar Piccolo di Taranto dove, lo ricordiamo, ogni anno rispettabilissimi lavoratori mitilicoltori fanno nascere e crescere il seme della cozza tarantina, le stesse cozze che poi finiscono anche sulle tavole degli alto graduati della Marina. Da questa fotografia si comprende quanto amore si dimostra alla città di Taranto.