di Luciano MannaTi ricordi della Diossina? Quella che ha costruito l’impianto accusatorio nella gestione della famiglia Riva degli impianti Ilva? No? Dottori e professori non ne parlano più quindi significa che abbiamo risolto il problema che ormai appartiene ad un brutto ricordo del passato? Non proprio. Leggi bene quanto segue.

Non è la prima notifica di violazione da parte degli enti di controllo nei confronti dei gestori dello stabilimento ex Ilva Acciaierie d’Italia per la gestione delle polveri trattate nell’impianto dell’agglomerato. Era già accaduto che le polveri dei filtri meep dell’agglomerato fossero finite in sacconi per rifiuti non pericolosi invece di essere conferiti in quelli per rifiuti pericolosi (leggi qui), ed è accaduto ancora, nello stesso reparto, questa volta per le polveri dei nuovi e luccicanti filtri meros, quelli che la notte sono illuminati con i colori del tricolore nazionale a ricordarci che in quel luogo di produce acciaio di Patria e bisogna esser pronti alla morte.

Questa volta la violazione sollevata da Ispra, protocollata il 15 maggio 2024, con proposta di diffida inviata al Ministero come da ordinaria procedura, è arrivata per la gestione delle polveri trattate nei filtri meros a seguito delle ispezioni in stabilimento da parte del Gruppo Ispettivo dal 27 al 29 novembre 2023. Dai controlli di alcuni rapporti di prova sulle linee E e D che trattano le polveri dei filtri Meros è emerso che questi erano destinati in discarica ed invece Ispra fa notare ai gestori degli impianti che vanno destinati ad impianti autorizzati al trattamento dei rifiuti speciali. Nello specifico:

 – per i RdP 22282-2023 viene indicata la classe merceologica del campione prelevato dalla Tramoggia “EM1” della linea “E” (polveri filtri MEROS) quale “rifiuto da conferire in discarica”, mentre dai risultati dell’analisi emerge che “[…] il campione si rileva afferire alla classe di pericolosità HP8: “CORROSIVO” (pH estremo) ai sensi del Reg. 1357/2014 UE, dell’All. D alla parte IV del D.Lgs 152/2006 e delle LG sulla caratterizzazione del rifiuto redatte da SNPA e approvate con Decreto n. 47 del 09-08-2021 del Ministero della Transizione Ecologica, per cui
lo stesso si definisce RIFIUTO PERICOLOSO che non può essere conferito in discarica, sia per quelle in uso a rifiuti pericolosi e non pericolosi per superamento dei limiti nel test di cessione per i parametri “Selenio”, “Cloruri”, “Fluoruri” e “Solfati” ed “Arsenico”. Non può essere conferito neanche nelle discariche destinate ai rifiuti inerti secondo i Limiti di accettabilità per PCDD e PCDF (Diossine e Furani) di cui alla Tab 3 .All.4 del D.Lgs. 13 gennaio 2003, n. 36

– per il RdP 22286-2023 viene indicata la medesima classe merceologica del campione prelevato  dalla tramoggia “EM3” della linea “D” (polveri filtri MEROS) e dai risultati dell’analisi emerge
che “[…] il campione si rileva afferire alle seguenti classi di pericolosità HP8: “CORROSIVO” (pH  estremo) HP6 “TOSSICO ACUTO” (principalmente per il parametro “Fluoruri”) HP14  “ECOTOSSICO” (principalmente per il parametro “Piombo”) ai sensi del Reg. 1357/2014 UE,  dell’All. D alla parte IV del D.Lgs 152/2006 e delle LG sulla caratterizzazione del rifiuto redatte  da SNPA e approvate con Decreto n. 47 del 09-08-2021 del Ministero della Transizione  Ecologica, per cui lo stesso si definisce RIFIUTO PERICOLOSO che non può essere conferito in discarica, sia per quelle in uso a rifiuti pericolosi e non pericolosi per superamento dei limiti nel test di cessione di “Piombo”, “Selenio”, “Cloruri”, “Fluoruri” e “Solfati” ed inoltre non è ammissibile in discariche per rifiuti inerti secondo i Limiti di accettabilità per PCDD e PCDF (Diossine e Furani) di cui alla Tab 3 .All.4 del D.Lgs. 13 gennaio 2003, n. 36

I rifiuti prelevati dalla Tramoggia “EM1” della linea “E”, dalla tramoggia “EM3” della linea “D”, entrambi polveri filtri meros, risultano, quindi, non conferibili in discarica ma devono essere conferiti presso impianti autorizzati al trattamento di rifiuti speciali.

Ma se Ispra ha riscontrato questo grave errore nella procedura di gestione dei rifiuti polveri MEROS cosa è accaduto sino ad oggi? Se sui report dello stabilimento veniva indicato che queste polveri contenenti Diossine e Furani dovevano essere conferite in discarica quale quantità di questo tipo di rifiuto è finito in discarica? Perché nei report di analisi delle acque di falda delle discariche dello stabilimento in area Mater Gratiae, che la stessa azienda invia al Ministero, anche nel 2023 si riscontrano valori oltre i limiti proprio per i parametri indicati nel verbale di notifica di Ispra? Ed ancora, di chi è la diossina che ancora oggi troviamo nella catena alimentare grazie ai report della Asl di Taranto? (leggi qui)

Ispra – Esito attività di controllo IV trimestre 2023 – Accertamento violazione e proposta di diffida

 

Ex Ilva Acciaierie d’Italia – © VeraLeaks