E’ stato pubblicato il 9 gennaio l’avviso di selezione interna per il conferimento dell’incarico quinquennale di Direttore di struttura complessa del Centro Regionale Aria presso la Direzione Scientifica di ARPA Puglia. Il documento è visibile a questo link.

In questo articolo avevamo già chiesto all’Anac, con una segnalazione formale, il perché Roberto Primerano fosse ancora dirigente di Arpa Puglia per le strutture “UOS Impiantistico e Rischio Industriale del DAP di Taranto. Nello specifico ci appellammo alla Legge Severino, del 6 novembre 2012, n. 190, che interviene in materia di prevenzione e repressione della corruzione. In particolare, l’art. 1, comma 4, lett. e, della citata legge n. 190/2012, dispone che l’Anac definisca i criteri per assicurare la rotazione dei dirigenti nei settori particolarmente esposti alla corruzione e le misure per evitare sovrapposizioni di funzioni e cumuli di incarichi nominativi in capo ai dirigenti pubblici, anche esterni.

Per carità, non è un accanimento nei confronti del Primerano, che faccia la sua vita,  ma ci sembrava lecito fare, ieri, anche appello ad una questione morale visti i precedenti di Roberto Primerano nel processo Ambiente svenduto e per lo stesso motivo, oggi, segnalare la possibilità che l’ingegnere possa diventare il direttore del Centro Regionale Aria di Arpa Puglia visto che nel documento pubblico sul sito di Arpa si evince la sua candidatura con protocollo n. 61676 del 18/09/2023.

Chi è Roberto Primerano? Ecco un breve estratto dell’articolo de Il fatto quotidiano.

Per la procura di Taranto, Primerano in concorso con il suo “mentore” Lorenzo Liberti, docente universitario e anche lui ex consulente della procura accusato anche di aver intascato una tangente da 10mila euro per ammorbidire una perizia, avrebbe favorito i vertici di Ilva e in particolare Emilio e Fabio Riva, l’ex direttore di stabilimento Luigi Capogrosso e l’ex responsabile delle relazioni istituzionali della fabbrica Girolamo Archinà, confezionando una relazione nella quale sosteneva che la diossina ritrovata negli oltre 2mila capi di bestiame abbattuti “non era compatibile con l’attività dello stabilimento siderurgica. Una conclusione che, se non ci fossero state le indagini parallele dei finanzieri, avrebbe scagionato la fabbrica da ogni responsabilità. Le conclusioni di Primerano e Liberti sono state poi smentite dai consulenti nominati nel 2010 dal pm Patrizia Todisco che nelle due maxi perizie che rappresentano i pilastri delle accuse al processo hanno invece affermato che gli inquinanti ritrovati nelle carni animali sono chiaramente riconducibili all’Ilva di Taranto”.

Per questo Primerano era stato giudicato con rito abbreviato, condannato in primo grado a 3 anni e 4 mesi, pena ridotta ad 1 anno in appello e annullata per prescrizione dalla Cassazione. Primerano era accusato di falso ideologico per due distinti episodi risalenti al 2009 e 2010: troppo tempo al fine della valutazione dei giudici era passato per giudicare il fatto del 2009 mentre per la seconda ipotesi di falso è arrivata la prescrizione.

Ci rivolgiamo ai vertici di Arpa Puglia che hanno firmato il bando interno da cui si decreterà il nuovo direttore del Centro Regionale Aria. Scegliete bene. Taranto merita rispetto.