di Luciano Manna – A meno di 24 ore dal sorvolo di ben quattro droni sullo stabilimento ex Ilva Acciaierie d’Italia di Taranto sono stati avvistati altri droni in volo anche sulla raffineria Eni distante poche centinaia di metri dal siderugico.
Venerdì sera, 19 settembre 2025, alcuni uomini della vigilanza operanti nello stabilimento ex Ilva hanno avvistato quattro droni che si sono soffermati nelle aree delle due accieierie e nell’area Gestione Rottami Ferrosi ma in realtà alcuni avvistamenti, a cui forse non si era dato molto peso, si erano già verificati durante la mattina dello stesso giorno. La senzazione di tutti è la stessa: non sono droni giocattolo e chi li pilotava era un professionista che li ha fatti dileguare facendo perdere le loro tracce.
Nessuno, però, poteva pensare che la sera dopo, quella di sabato 20 settembre, altri droni, con le stesse caratteristiche di quelli volati sull’Ilva, sarebbero stati avvistati sulla raffineria Eni di Taranto nonostante il clamore mediato suscitato il giorno precedente. Gli autori erano sicuri di farla franca facendo affidamento sulle proprie professionalità o volevano, volutamente, farsi notare?
Certo, desta curiosità la notizia odierna battuta anche dall’agenzia Ansa circa i quattro droni avvistati sugli aeroporti di Oslo e Copenaghen che hanno causato il blocco dei traffici aerei. Quelli volati su Taranto potrebbero essere collegati agli episodi odierni verificati in Danimarca e Norvegia o si sono verificati in netta coincidenza temporale e forse riconducibili ad una trovata mediatica di chi voleva elevare il peso strategico di uno stabilimento decadente ed assente dal competitivo mercato dell’acciaio da anni? Notizia rimasta sulle cronache locali? Il giorno dopo alziamo il tiro e andiamo su Eni affinché la notizia arrivi al nazionale.
Nessuno ha altre informazioni più dettagliate e pare che, nonostante i video e le denunce in Procura e all’Enac si brancoli nel buio. Chiunque ha avvistato questi droni converge su strutture professionali di velivoli che hanno fatto perdere le loro tracce ed a questo punto non si sa neanche se siano decollati dalla terra o dal mare. Nell’incertezza la certezza è che comunque il polo industriale tarantino rimane un sito sensibile e strategico dove sono totalmente assenti sistemi di sicurezza che intercettino le frequenza di utilizzo di questi apparecchi e forse qualcuno, dopo questi episodi, si attrezzerà.
Alla Comin and Partners, firmatari del comunicato ufficiale di Acciaierie d’Italia cosa ne pensano? Una struttura che gestisce molte informazioni sull’intero territorio nazionale e molto vicina ai palazzi ministeriali potrebbe avere le idee più chiare circa i fatti recenti narrati nel tarantino e magari potrebbe dirci qualcosa.