di Luciano Manna – Hanno lavorato a stretto contatto con quelle polveri, i loro spogliatoi accanto a quei cumuli di fanghi industriali e sempre nella stessa area il lavaggio dei mezzi. Dovevano essere impiegati nelle bonifiche ma si sono ritrovati nelle mani attrezzi come decespugliatori e sparafoglie o lance per lavare le ruote dei mezzi che transitavano tra i rifiuti speciali. Loro sono gli operai esclusi nel 2018 dal passaggio alla gestione aziendale di ArcelorMittal e collocati nell’organigramma della scatola vuota Ilva in amministrazione straordinaria: 1600 operai posti in un purgatorio dantesco tra cassa integrazione e soli tre mesi di lavoro in 5 anni a turnazione tra loro, all’opera presso quella discarica situata a nord della fabbrica, nelle aree escluse dalla gestione di Acciaierie d’Italia e sotto la responsabilità, appunto dai commissari, di Ilva in as.

Nelle foto laterali gli operai nel cantiere della ex discarica Due Mari e al centro uno dei cumuli scaricati in alcuni capannoni in provincia di Bari
Gennaio 2023. VeraLeaks segue il traffico dei rifiuti in uscita dalla discarica ex Due Mari situata sulla strada di Statte, a nord della fabbrica ex Ilva Acciaierie d’Italia e scopre che alcuni cumuli di minerale vengono trasportati con mezzi pesanti in alcuni paesi della provincia di Bari e scaricati in alcuni capannoni nelle zona industriali. Ma perché queste polveri, che sono rifiuti del ciclo industriale della fabbrica, vengono occultati in questa maniera se la discarica in questione è soggetta alle prescrizioni del piano delle misure e delle attivita’ di tutela ambientale e sanitaria con il dpcm del 14 marzo 2014 e successivamente nel dpcm del 29 settembre 2017? Ai sensi del D.lgs 36/2003 la discarica ex Cava Due Mari deve essere chiusa con ripristino dei luoghi previa rimozione dei fanghi acciaieria, fanghi d’altoforno e polverino d’altoforno. Tutto a norma, come spesso accase, ma nelle norme si può celare l’inaspettato.
Qualche mese dopo la conferma: alcune fonti ci confermano che a Bari sono arrivati alcuni materiali radioattivi ed oggi, alla luce delle operazioni eseguite dagli operai in quella discarica ci poniamo alcune domande sulla loro sicurezza: quali sono stati i rischi a cui sono andati incontro operando in quella discarica e cosa rischiano ancora oggi. Secondo una nota stampa diramata nel 2023 dal sindacato USB apprendiamo che “presso il cantiere dall’inizio degli interventi, quindi dal 2019, sono stati utilizzati a rotazione circa 630 lavoratori, 172 nel 2023“. Alla luce di quanto scoperto fa pensare che nella stessa nota “l’Usb ha chiesto di impiegarne un numero ancora maggiore“. Quanti operai, ad oggi, visto che in quella discarica continuano a lavorare operai posti in Ilva in as, hanno lavorato in quella discarica? Erano al corrente di tali traffici? Del rischio radioattivo di alcuni rifiuti? Gli operai erano informati sui rischi e a loro veniva fornito il Documento di Valutazione dei Rischi (DVR)? Certo, nella DVR si sicuro non ti avrebbero informato di alcuni cumuli interessati da radioattività, questo è sicuro, ma almeno questo documento è circolato in quel cantiere? E poi, perché c’è radioattività nei rifiuti dellì’ex Ilva? E’ dovuta a materiali o rottami utilizzati nel ciclo produttivo o qualcuno utilizza i rifiuti dell’ex Ilva per smaltire altro? Una cosa è certa, quel rifiuto radioattivo è passato dal cantiere Due Mari, e quindi, ci può essere ancora materiale radioattivo nello stoccaggio di quei fanghi?
Prima che i mezzi pesanti imboccassero l’uscita della discarica per immettersi sulla strada Taranto-Statte erano sottoposti al lavaggio da parte degli operai e gli stessi erano impiegati a ripulire le canaline di scolo dell’area da quei fanghi. “Quei fanghi schizzavano ovunque, me li ritrovavo anche nelle scarpe e li portavo a casa”, ci ha riferito un operaio che nel suo racconto ha descritto la precarietà di quel lavoro dove i containers a loro disposizione erano in mezzo tra cumuli dei rifiuti speciali e aree di lavaggio dei mezzi. Le immagini sono abbastanza eloquenti: in quelle laterali gli operai nei luoghi di operatività del cantiere adibito nella ex discarica Due Mari mentre la foto centrale rappresenta uno dei tanti cumuli scaricati in capannoni nella provincia di Bari. In alcuni cumuli è stata rilevata radioattività: sono stati, quindi, soggetti a esposizione radioattiva gli operai che lì, in quel cantiere, hanno operato nel corso di questi anni? Sono esposti ancora oggi visto che si effettua ancora rotazione tra gli operai Ilva in as nel cantiere ex cava Due Mari.
Veraeaks aveva sollevato il caso di questi traffici alla Procura, a mezzo deposito formale, già nel 2023. Oggi sarebbe il caso di dare alcune risposte agli operai e ai cittadini di Taranto e Statte alla luce del dibattito acceso sul futuro della fabbrica.
Ulteriore episodio emblematico è rappresentato dalla recente bocciatura della Provincia di Taranto che ha respinto le due polizze fideiussorie presentate da ILVA S.p.A. in amministrazione straordinaria per coprire gli obblighi ambientali legati alla “ex cava Cementir” e alla “ex cava Due Mari”. Ilva s.p.a. in amministrazione straordinaria, tramite il suo legale Angelo Raffaele Cassano si è opposta ma il Consiglio di Stato con le sentenze n. 4442/2025 e n. 4443/2025, pubblicate il 22 maggio 2025 ha respinto i due appelli di Ilva confermando la legittimità dei provvedimenti con cui la Provincia di Taranto aveva rifiutato le garanzie finanziarie presentate dalla società.