di Luciano Manna – Costata alla famiglia Riva ben 60 milioni di dollari nel 2012, consegnata dal cantiere cinese Dalian Shipbuilding Industry Corp,la nave Gemma è l’ammiraglia della flotta marittima dell’ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia ed è proprio per quest’ultima società che la Gemma ha conosciuto il suo declino a causa del suo inutilizzo da parte della joint venture nata dal triste matrimonio combinato tra ArcelorMittal e Invitalia, società che, come sappiamo, oggi è stata posta in amministrazione straordinaria dopo l’uscita dalla gestione del siderurgico della multinazionale franco indiana.
Mancava dalla rada del Mar Grande di Taranto da almeno tre anni ed è arrivata questa mattina dopo una lunga traversata transoceanica e dopo aver lasciato l’approdo del porto di Ponta da Madeira in Brasile il 21 ottobre a pieno carico, più di 300 mila tonnellate di Iron Ore, un particolare minerale di ferro. Giunta in rada a Taranto nella mattinata di oggi, 8 novembre 2024, sosterà per circa dieci giorni, è stata interessata da un controllo dei sommozzatori della Guardia di Finanza che hanno ispezionato la chiglia della nave, un’operazione insolita che, come ci riferiscono alcuni operatori portuali, non si era mai vista nel nostro porto o almeno capita di rado.
Avremmo potuto pensare alle solite specie aliene che si accozzano sotto la chiglia delle navi mettendo a repentaglio alcuni ecosistemi marini ma per questo tipo di controllo non si sarebbe mossa la Guardia di Finanza di Taranto che probabilmente sospetta ben altro ed ha ispezionato lo scafo della motonave con i sommozzatori giunti sotto il gigante d’acciaio con una motovedetta e un gommone.