di Luciano Manna – Da un paio di settimane circa è attraccato nei pressi della discesa vasto il pescereccio a cianciolo siciliano proveniente da Sciacca che un paio di anni fa scosse le opinioni dei pescatori salentini in quel di Gallipoli. Targato 3PE697e denominato Maria Francesca fu oggetto di discusioni dei mari salentini nel 2022, ma non solo, anche oggetto di alcuni interventi della Capitaneria di Porto che in due occasioni beccarono il peschereccio siciliano in operazioni di pesca in aree non consentite, cioè con le reti calate a soli 45 metri di profondità, e in una seconda occasione con il sistema AIS spento per sparire dai radar e non essere intercettato. Per il peschereccio Maria Francesca scatto il fermo amministrativo e il comandante della Capitaneria di Gallipoli, Pasquale Vitiello, rilasciò alla stampa diverse informazioni circa quanto riscontrato a bordo dell’imbarcazione tra gravi violazioni in termini di sicurezza ed altri dettagli finiti in Procura come ipotesi di altri reati.
Ma con questo bel curriculum alle spalle, e visto e considerata la sua presenza a Taranto ai fini di una attività di pesca massiccia, c’è qualcuno che ha controllato l’equipaggio della Maria Francesca? I dubbi sorgono per un motivo: un peschereccio di un’altra regione potrebbe arrivare a pescare nelle nostre coste con determinate autorizzazioni ma se questo peschereccio da una decina di giorni sosta in un’area non adibita all’attracco dei pescherecci di questa portata, in realtà a nessun peschereccio, potrebbe essere lecito pensare che forse non l’ha utorizzato nessuno? Ed ancora: non solo attracca adiacente ad una banchina non attrezzata e non adibita all’attracco ma quall’area è recintata perché ancora interessata dai lavori comunali del waterfront! Come fa ad essere lì? Misteri!
Oppure potrebbe essere che la presenza del peschereccio siciliano gode di altri accordi pattuiti, ad esempio, con chi acquista il pesce a Taranto? Una cosa è certa, quando questo peschereccio spazzolava le coste salentine i pescatori entrarono in rivolta e concretizzarono il loro dissenso con determinate denunce da cui scaturirono l’azione della Capitaneria. In Salento, a Gallipoli. A Taranto tutto tace ed il silenzio regna sovrano.