di Luciano Manna – Nella letteratura scientifica questo è il primo studio che confronta la prevalenza dell’autismo in un contesto altamente inquinato rispetto ad altri comuni non industriali della stessa area geografica: si riportano chiaramente il numero dei bambini affetti da autismo nella provincia di Taranto. Al report scientifico, condotto nel 2020 e pubblicato su Nature il 26 luglio 2024, hanno lavorato diversi dottori e pediatri, tra cui anche alcuni tarantini, ma ad oggi, non si sa perché, nessuno ha citato questo studio così esclusivo e netto nei risultati né, pare, ci sia stata una divulgazione sulla stampa locale o una presentazione dei dati alla cittadinanza al fine di far prendere loro più coscienza di un quadro ambientale già abbastanza noto a tutti i ceti sociali del territorio ionico. Pur considerando la ponderatezza scientifica il risultato dello studio è chiaro: in un’area altamente inquinata da diossine, furani, ipa e pcb la prevalenza del disturbo dello spettro autistico è più alta rispetto agli altri comuni non inquinati della stessa provincia e di un’altra provincia della stessa regione, in particolare per i bambini di età compresa tra 6 e 11 anni. Tra l’altro questo studio, confrontando i dati della provincia di Taranto con quelli di altri studi, li torva coerenti con quanto è stato osservato in una delle coorti più studiate, come quella di Duisburg, in Germania, nel distretto della Ruhr. Allora non ci rimane che leggere il report scientifico.

Di autismo a Taranto se neera già parlato con un altro studio pubblicato su Nature e che VeraLeaks ha divulgato in esclusiva a questo link Si trattava dello studio pubblicato nel 2021. Si trattava di un report scientifico che riportava effetti dell’esposizione a elementi neurotossici sul comportamento degli alunni italiani tra cui quelli che vivono nella zona pesantemente inquinata di Taranto. Già in quel report si parlava di autismo. Oggi, con questo ulteriore approfondimento specifico abbiamo un’altra certezza sull’impatto degli inquinanti industriali sui cittadini di taranto, dove a pagarne le spese maggiori in termini di salute sono i bambini. E le istituzioni e la politica? Si sono arresi accettando il compromesso di pagarne le spese attingendo dalle casse pubbliche in termini di costi sanitari, con la sanità che ci ritroviamo, naturalmente.

 

Di seguito lo studio

Uno studio ecologico mostra una maggiore prevalenza del disturbo dello spettro autistico nei bambini che vivono in un’area fortemente inquinata

Estratto

Il peso del disturbo dello spettro autistico (ASD) è in aumento in tutto il mondo con fattori genetici, epigenetici e ambientali che sono probabilmente responsabili delle figure epidemiologiche osservate. Nell’ambito dell’esposizione ambientale, la città di Taranto, nel Sud Italia, rappresenta un interessante caso di studio in quanto ospita ben all’interno della città uno dei più grandi impianti siderurgici d’Europa. Si tratta di uno studio ecologico trasversale realizzato nel 2020 in provincia di Taranto volto a stimare l’onere dell’ASD nei comuni di Taranto e Statte, classificato come aree ad alto rischio ambientale (Sito di Interesse Nazionale Contaminato), rispetto agli altri 27 comuni della stessa provincia. Le differenze sono state valutate utilizzando il Chi Square Test. I bambini di età compresa tra 6 e 11 anni identificati nei comuni di SIN avevano una prevalenza statisticamente significativa più alta di ASD rispetto ai bambini di altri comuni (9,58 vs. 6.66/1000 rispettivamente, p – 0,002). Non è stata osservata alcuna differenza statisticamente significativa per il gruppo di 12-18 anni (3,41 vs. 2.54/1000, p – 0.12). I risultati osservati in questo studio sono indicativi dell’associazione tra la vicinanza residenziale urbana alle strutture industriali che emettono inquinanti atmosferici e una maggiore prevalenza di ASD.

 

Introduzione

La prevalenza dei disturbi dello sviluppo neurologico, compresi i disturbi dello spettro autistico (ASD), ha registrato un aumento in tutto il mondo, pur mostrando un’elevata variabilità in diverse regioni o paesi. In Italia è stata calcolata una prevalenza stimata di 1 su 77 bambini (di età compresa tra 7 e 9 anni) sulla base degli studi locali, con un valore di 4,4 volte superiore nei maschi rispetto alle femmine.

I disturbi del neurosviluppo, tra cui l’ASD, dovrebbero avere un’origine multifattoriale, con fattori genetici e ambientali riconosciuti. La più alta vulnerabilità per i disturbi dello sviluppo neurologico si verifica dalla vita fetale fino alla prima infanzia. È durante questo periodo che l’esposizione a sostanze chimiche neurotossiche, anche a dosi con conseguenti effetti negativi negli adulti, può interferire con lo sviluppo neurologico normale in corso con conseguente danno cerebrale permanente. Negli ultimi decenni, la grande e rapida industrializzazione e altre attività umane hanno portato all’emissione di inquinanti con potenziale neurotossico nell’aria, nell’acqua e nel suolo, causando inquinamento ambientale. Pertanto, in alcune aree del pianeta le persone sono state cronicamente esposte a una miscela di queste sostanze chimiche, con il potenziale con un notevole rischio per la salute umana. Mentre le sostanze neurotossiche agiscono individualmente, la co-esposizione può portare ad un aumento della neurotossicità rispetto all’esposizione a singolo agente a causa dell’azione sinergica.

L’aumento delle prove scientifiche collega l’ASD alle esposizioni ambientali nel quadro di un’interazione con i fattori genetici. In particolare, le modificazioni epigenetiche dell’espressione genica da sostanze chimiche tossiche potrebbero rappresentare il meccanismo di questa interazione genico-ambiente. L’esposizione alle tossine ambientali può anche aumentare i tassi di malattia nelle generazioni successive non direttamente esposte, producendo così un effetto della tossicologia transgenerazionale. Le sostanze potenzialmente interrogate per aver causato l’ASD in caso di esposizioni durante la vita fetale e la prima infanzia includono metalli pesanti, interferenti endocrini, compresi i pesticidi, e particolati atmosferici.

La provincia di Taranto, situata nel sud Italia, è la quarta provincia della Puglia sia in termini di superficie che di popolazione. L’area di Taranto ospita, in prossimità della popolazione residente, il più grande impianto siderurgico integrato monosito d’Europa. I comuni di Taranto e Statte sono classificati come aree ad alto rischio ambientale (Sito Conteminato di Interesse Nazionale – SIN) dal Ministero dell’Ambiente a causa di diverse fonti inquinanti come un grande impianto siderurgico, una raffineria, il porto e le discariche sia controllate che illegali. Il Sito Contaminato di Interesse Nazionale sono individuati in relazione alle caratteristiche del sito, alle quantità e ai pericoli degli inquinanti presenti, all’importanza dell’impatto sull’ambiente circostante in termini di rischio sanitario ed ecologico, nonché di danni al patrimonio culturale e ambientale. (L’art. 252, comma 1 del D.Lgs. 152/06 e successive modifiche).

Lo scopo di questo studio è stato quello di valutare la prevalenza di ASD nella Provincia di Taranto, in Italia, confrontando i risultati dei due comuni altamente inquinati di Taranto e Statte con gli altri comuni meno inquinati nonindustriali della stessa Provincia.

 

Metodo

Questo studio ecologico trasversale è stato condotto nel 2020 in provincia di Taranto, che ha una popolazione totale di 576.000 abitanti (Fig. 11) distribuiti in 29 comuni (189.000 nella città di Taranto, 13.000 a Statte e 374.000 nelle altre città).

La prevalenza dell’ASD a Taranto e provincia è stata stimata nel 2020 secondo una metodologia validata, descritta in uno studio condotto in provincia di Lecce, un’area situata nella Regione Puglia al confine con la provincia di Taranto. In Italia ogni bambino con diagnosi di ASD riceve un supporto scolastico specifico da un insegnante dedicato. Tutti i costi diagnostici e di supporto sono interamente coperti dal Sistema Sanitario Nazionale e dal Ministero dell’Istruzione. Pertanto, le diagnosi di ASD si sono basate su dati ufficiali riferiti al numero di studenti supportati individualmente da un insegnante dedicato a causa della diagnosi di ASD e confermati dall’autorità sanitaria locale stabilita in ciascuna provincia. Questo approccio metodologico è stato scelto perché le autorità sanitarie locali non dispongono di un database centralizzato di diagnosi di ASD eseguito dai loro servizi neuropsichiatrici, mentre l’ufficio scolastico di ogni provincia è in grado di fornire questo tipo di dati per tutti i comuni appartenenti alla stessa provincia.

Secondo la legge n. 104/1992, i bambini con qualsiasi tipo di disabilità o difficoltà emotive e comportamentali devono frequentare regolarmente le lezioni ordinarie a tutti i livelli di istruzione obbligatoria da primario a secondo anno di scuola superiore (almeno fino a 15 anni, con la possibilità di proseguire fino a 18 anni). Per ricevere il supporto individuale degli insegnanti per i loro scolari con ASD, i genitori devono ottenere una certificazione specifica rilasciata dall’ufficio scolastico dopo la diagnosi di ASD eseguita dai servizi neuropsichiatrici dell’autorità sanitaria locale. Pertanto, invece di riferirsi ai dati sparsi nei diversi servizi neuropsichiatriche locali, che sono molto complessi da mettere e in gruppo, abbiamo fatto riferimento al database degli uffici scolastici in modo completamente anonimo come sistema di sorveglianza.

Come dimostrato da un precedente studio in Italia, per i bambini di età pari o superiore a 6 anni il set di dati scolastici contiene almeno il 95% di tutte le diagnosi eseguite dai servizi neuropsichiatrici, quindi utili anche per scopi epidemiologici. Questo approccio metodologico ci ha permesso di stimare la prevalenza dell’ASD nei bambini di età compresa tra 6 e 18 anni che frequentano le scuole primarie e secondarie della provincia di Taranto e hanno bisogno del sostegno individuale fornito dalla legge statale n. 104/1992 a seguito di qualsiasi diagnosi di ASD. I dati dei bambini di età inferiore ai 6 anni sono stati esclusi per diversi motivi: la diagnosi di ASD è in alcuni casi definitivamente confermata solo a 5 anni di età, alcuni bambini con ASD non frequentano le scuole materne o rimangono al di fuori del sistema di istruzione pubblica fino all’inizio della scuola dell’obbligo all’età di 6 anni, e infine perché il precedente studio condotto in provincia di Lecce ha dimostrato che la metodologia adottata sotto i 6 anni sottovaluta i dati per i bambini sotto i 6 anni di età.

 

Analisi statistica

La prevalenza di ASD è stata calcolata come il rapporto tra il numero di bambini di età compresa tra i 6-18 anni individualmente supportati da un insegnante dedicato a causa della diagnosi di ASD e della popolazione totale di 6-18 anni che risiedono nell’area, per 1000 abitanti. I dati sono presentati per tutta la popolazione, per due diverse fasce di età (6-11 anni e 12-18 anni) e per sesso. L’Intervallo dei dati sulla prevalenza del 95% è stato calcolato utilizzando il software SAS, la versione 9.4 (SAS Institute Inc., Cary, NC, USA).

Per valutare il possibile impatto della vita in ambienti altamente inquinati rispetto a quelli meno inquinati alla diagnosi di ASD, sono state confrontate due aree: i comuni di Taranto e Statte, classificati dal Ministero dell’Ambiente italiano come SIN rispetto a tutti gli altri comuni della Provincia di Taranto. Le differenze sono state valutate utilizzando il Chi Square Test. La stessa metodologia statistica è stata utilizzata per confrontare i dati raccolti in un precedente studio condotto nella provincia di Lecce con dati sopra descritti.

La Figura 1 è stata creata da Stefano Cervellera con l’uso del software Tableau Desktop 2023, realese 1.

 

Le considerazioni etiche

L’approvazione del Comitato Etico non è stata richiesta ai sensi della Legge Italiana in quanto all’Autorizzazione Generale al Responsabile del Trattamento dei Dati Personali per Finalità di Ricerca Scientifica (Autorizzazione n. 101/2018) ha dichiarato che gli studi di archivio retrospettivi che utilizzano i codici identificativi, impedendo che i dati vengano ricondotti direttamente all’interessato, non necessitano di approvazione etica.

Poiché questo era uno studio retrospettivo di archivio, non era richiesto alcun consenso informato formale. Sono state rigorosamente seguite regole e protocolli sulla raccolta e l’elaborazione dei dati del comitato di revisione interna dell’Istituto per la salute materna e infantile-IRCCS Burlo Garofolo. Con il supporto dell’ufficio scolastico della provincia di Taranto, utilizzando solo dati numerici totali per comune o per scuola, questi dati non potevano in alcun modo essere ricondotti a singoli identificatori. Tutti i metodi sono stati eseguiti in conformità con le linee guida e i regolamenti pertinenti.

I risultati

Complessivamente, nel periodo di studio, 344 bambini e adolescenti di età compresa tra 6 e 18 anni con ASD sono stati identificati nella provincia di Taranto in una popolazione totale di 70.325 bambini della stessa fascia di età.

La tabella 1 mostra il numero assoluto e la prevalenza di ASD per 1000 bambini per fasce di età (6-11; 12-18 anni) nella provincia di Taranto.

La prevalenza complessiva di ASD è stata di 4,89 per 1000 bambini, con valori più elevati nel gruppo di 6-11 anni e una significativa diminuzione nel gruppo di 12-18 anni.

Un totale di 291 bambini erano maschi (prevalenza 8.09 per 1000) e 53 erano femmine (prevalenza 1.54 per 1000) con un rapporto maschio:femmina di 5:1. Il rapporto maschio: femminile era più alto nel gruppo di 12-18 anni (6:1) (Tabella 22).

I bambini di età compresa tra 6 e 11 anni identificati nei comuni di SIN (Taranto e Statte) avevano una prevalenza statisticamente significativa di ASD rispetto ai bambini di altri comuni (9,58 vs. 6,33 per 1000 rispettivamente, p – 0,002). Non è stata osservata alcuna differenza statisticamente significativa per il gruppo di 12-18 anni (3,41 vs. 2.54 per 1000, p – 0.12) (Tabella 33). La RR complessiva (da 6-18 anni) per la diagnosi di ASD nei comuni SIN rispetto ad altri comuni è stata di 1,45 (95% CI 1,18-1,80) e di 1,51 (95% CI 1,17-1,96) per i bambini di età compresa tra 6 e 11 anni.

Il confronto con i dati raccolti in un precedente studio con la stessa metodologia in un’area limitrofa a basso inquinamento (provincia di Lecce) non presenta alcuna evidenza di differenze statisticamente significative nella prevalenza nei comuni della provincia di Taranto al di fuori del SIN (altri comuni) e in provincia di Lecce (per il gruppo 6-11 anni 6.33 vs. 5,86 per 1000, rispettivamente, p – 0,90; per il gruppo da 12 a 18 anni 2.54 vs. 2,10, rispettivamente, p – 0.220). Le differenze tra la provincia di Lecce e i comuni SIN sono statisticamente significative (per il gruppo di 6-11 anni p ’0,0001; per il gruppo 12-18 anni p ’0,004) (Fig. 22).

La discussione

Questo studio mostra che in un’area altamente inquinata la prevalenza di ASD era più alta rispetto agli altri comuni non inquinati della stessa provincia, in particolare per i bambini di età compresa tra 6 e 11 anni (Fig. 2).

L’associazione tra la vicinanza residenziale urbana alle strutture industriali che emettono inquinanti atmosferici e una maggiore prevalenza di ASD è già stata stabilita in un altro studio 20.

Questi dati sono anche coerenti con quanto è stato osservato in una delle coorti più studiate, come quella di Duisburg, in Germania, nel distretto della Ruhr. La “coorte di Duisburg” è composta da bambini consegnati da 234 donne sane che sono state esposte durante la gravidanza agli inquinanti rilasciati nell’area industriale in cui vivevano, in cui esiste anche un impianto siderurgico a ciclo integrale. Questo studio ha dimostrato la presenza di dibenzo-p-diossine policlorurate (PCDD), dibenzofurani policlorurati (PCDF) e bifenili policlorurati diossina-simili (DL-PCB) nel sangue delle madri durante il periodo della gravidanza, nonché la contaminazione del loro latte materno da diossine. Lo studio dei bambini nati da quelle gravidanze ha evidenziato anomalie e danni allo sviluppo neurologico, e in particolare tratti autistici diagnosticati all’età di 10 anni nei bambini. La relazione tra alti livelli di diossine nel latte materno e tratti autistici è stata riscontrata anche in un campione di bambini vietnamiti. La relazione con i metaboliti e i tratti autistici policiclici policiclici (IPA) e i tratti autistici è stata trovata in un campione di bambini cinesi 24.

A nostra conoscenza, questo è il primo studio che confronta la prevalenza dell’ASD in un contesto altamente inquinato rispetto ad altri comuni non industriali della stessa area geografica limitata.

Sorprendentemente, i dati sulla prevalenza di ASD al di fuori dell’area SIN sono simili a quelli riportati da un precedente studio condotto in un’area situata nella stessa regione, la provincia di Lecce, al confine con la provincia di Taranto. Inoltre, considerando le diverse metodologie e popolazioni target, i dati di prevalenza registrati nella provincia di Taranto sono simili anche a quelli registrati in altri studi condotti sia in Italia che in Europa. In una recente revisione sistematica, la stima globale dell’onere globale per l’ASD è stata dello 0,4% (95% UI: 0,3-0,5) con una prevalenza più elevata dello 0,7% (95% UI: 0,6-0,8) stimato per i paesi ad alto reddito. D’altra parte, la prevalenza di ASD nell’area inquinata del SIN è confermata per essere più alta da quelle registrate in questi studi.

Il rapporto maschio/femmina nella prevalenza di ASD è coerente con i dati pubblicati in letteratura.

Coerentemente con i dati pubblicati da Imbriani et al., la prevalenza di ASD ha mostrato una significativa diminuzione da gruppi di età più giovani a anziani, indicando un possibile aumento dell’attenzione ai sintomi di ASD e l’accesso ai sistemi di sorveglianza e cura negli ultimi anni, nonché un possibile aumento dell’incidenza della condizione, soprattutto nei bambini di età inferiore ai 18 anni. Inoltre, questo potrebbe essere attribuito al fatto che alcuni bambini con ASD potrebbero non frequentare le scuole superiori (il tasso di abbandono scolastico a Taranto tra i 14-18 anni è 17,6%), e che le scuole superiori non sono uniformemente distribuite nelle aree urbane come lo sono le scuole primarie.

L’area di studio (comuni di Taranto e Statte) è caratterizzata dalla presenza, a soli 200 m di distanza dalle case più vicine, di una grande area industriale che ospita il più grande impianto siderurgico integrato monosito d’Europa, con la capacità di creare nuovi acciai direttamente dalle materie prime.

Il comune di Taranto è in calo rispetto alla zona industriale, rappresentando un ulteriore fattore di rischio per la salute umana. È stato dimostrato che gli inquinanti rilasciati nell’ambiente a causa della produzione di acciaio colpiscono in particolare la città nei giorni più ventosi 29. Gli eccessi di mortalità / morbosità sono stati rilevati nei residenti che vivono nei distretti vicino all’area industriale, per diverse patologie tra cui cancro, malattie cardiovascolari e respiratorie. È interessante notare che in città la mortalità complessiva varia di conseguenza delle fluttuazioni della concentrazione di polveri industriali.

Sorprendentemente, questo studio si svolge in un’area riconosciuta come pesantemente inquinata e studiata nel corso degli anni da diversi studi che documentano sia l’elevato grado di inquinamento che il rischio per la salute. Infatti, al di là del legame tra inquinanti specifici e ASD, la quantità e la qualità della contaminazione ambientale rende l’area SIN un ambiente unico.

A Taranto il suolo dei quartieri più vicini alla zona industriale della città è contaminato da metalli pesanti, PCB e PAH 33. I metalli pesanti e i PAH sono molto più alti nella polvere della città rispetto a un sito rurale della provincia. La contaminazione di pesci e cozze nel Mar Piccolo e nelle pecore al pascolo nei 20 km intorno alla città è stata documentata anche. Gli studi di biomonitoraggio effettuati su capelli, urina, sangue e latte materno dei cittadini che vivono a Taranto hanno mostrato un quadro coerente di diffusa contaminazione da diossine e metalli pesanti. Una differenza significativa è stata osservata nella concentrazione di diossine e PCB nel latte materno delle donne residenti nelle città di Taranto e a Statte rispetto alle donne residenti in provincia (comuni della provincia situata a 30 km dalla zona di SIN). Nelle donne di Taranto è stato osservato un aumento significativo nella concentrazione di alcune diossine. Il 2,3,4,7,8-P5CDF basato sui dati della letteratura, può essere considerato un marcatore delle attività industriali metallurgiche. Uno studio precedente su 15 campioni di latte materno ha mostrato una prevalenza di PCDF, marcatori tipici di inquinanti industriali, rispetto ai PCDD (2,3,4,7,8-PeCDF il congenere più abbondante). Gli equivalenti tossici (TEQ in picogrammo per grammo di grasso) di quattro campioni di latte materno erano molto al di sopra del limite legale per il consumo umano (3,0 g/g). Allo stesso modo, gli studi di biomonitoraggio del sangue indicano concentrazioni significativamente più elevate di PCDD e PCDF nelle donne che vivono in aree industriali rispetto alle aree rurali. Alti livelli elevati di metalli pesanti sono stati rilevati anche nel liquido follicolare e nelle urine delle donne di Taranto, con un’eccessiva concentrazione di metalli pesanti nei loro capelli. Un altro studio sui lavoratori agricoli nella provincia di Taranto mostra che i livelli di diossina e di PCB variano con la vicinanza alla zona industriale, suggerendo impatti differenziali delle emissioni industriali. L’età è un forte predittore dei livelli ematici di contaminanti di organocloro, con livelli di PCDF particolarmente influenzati dalla posizione delle aziende agricole rispetto alle zone industriali. L’esposizione dei bambini agli inquinanti è maggiore rispetto agli adulti a causa del comportamento mano-bocca tipico dei primi anni di vita, del maggiore assorbimento cutaneo e del maggiore volume di aria e cibo che i bambini incontrano attraverso l’alimentazione e la respirazione.

L’aumento delle prove scientifiche collega l’ASD alle esposizioni ambientali nel quadro di un’interazione con i fattori genetici. Le emissioni dell’acciaieria, che sono prevalenti rispetto ad altre fonti nell’area industriale, comprendono la maggior parte delle sostanze (PM, metalli pesanti e interferenti endocrini) che la letteratura scientifica riconosce come possibilmente coinvolta nello sviluppo di ASD.

A Taranto, un campione di 299 bambini sani di età compresa tra 6 e 11 anni è stato classificato in base alla distanza incrementale della loro residenza dalla zona industriale. L’arsenico urinario, il cadmio e il manganese dei capelli hanno comportato inversamente legati alla distanza dalla fonte di emissione industriale, mentre i livelli di Pb nel sangue mostrano una tendenza decrescente non significativa. Una riduzione del quoziente di intelligenza (QI) di circa 15 punti è stata riscontrata nei bambini e negli adolescenti che vivono più vicini all’area industriale rispetto a quelli che vivono più lontano, con dati corretti per lo stato socioeconomico della madre e le capacità cognitive. Inoltre, sono stati segnalati un aumento dell’iperattività e dei tratti psicopatologici, comportamenti sociali compromessi e aumento del rischio di autismo nei bambini che vivono nei quartieri vicini alle emissioni industriali. Questi risultati sono simili a quelli osservati nel nostro studio.

Mentre la forza del nostro studio è la sua impostazione in un’area riconosciuta come pesantemente inquinata e indagata nel corso degli anni, va anche evidenziato che l’intera popolazione in esame abita un piccolo territorio di soli 2467,35 km2. Questo gruppo è etnicamente e geneticamente omogeneo, condividendo stili di vita simili, atteggiamenti comportamentali e background culturali e tutti risiedono all’interno dello stesso ambiente naturale.

Tra i limiti del nostro studio ci sono quelli attribuibili all’approccio metodologico utilizzato per la raccolta dei dati sulla base dei registri scolastici. Questa metodologia può sottovalutare il fenomeno perché non è in grado di includere forme di autismo ad alto funzionamento (HFA), che si verificano quando un bambino non presenta disabilità intellettive, ma solo deficit nella comunicazione, espressione emotiva e interazioni sociali o sintomi o sintomi ossessivi. Queste condizioni HFA sono di solito diagnosticate nell’adolescenza e non richiedono un supporto specifico a scuola. D’altra parte, come già mostrato 18, il set di dati scolastici contiene almeno il 95% di tutte le diagnosi effettuate dai servizi neuropsichiatrici.

Inoltre, a causa della metodologia utilizzata per la raccolta dei dati, è impossibile conoscere il luogo esatto e la durata di residenza di ogni bambino, con una mancanza di dati sulla mobilità della popolazione. Nonostante ciò, la provincia di Taranto è composta da agglomerati urbani che sono distanti vari chilometri l’uno dall’altro, senza servizio di scuolabus per le scuole al di fuori del bacino di clamo. Inoltre, in Italia, al momento dell’iscrizione alla scuola primaria, la priorità è data ai bambini all’interno del bacino di abitazione, e i bambini iscritti alle scuole primarie al di fuori del loro comune di residenza non godono di alcuni benefici, come l’uso della mensa scolastica. Tutto ciò rende raro che un bambino frequenti la scuola al di fuori del proprio comune di residenza, e quindi è improbabile che sia un fattore di confusione per il nostro studio.

Un possibile errore determinato dal diverso status socio-economico delle famiglie non può essere pienamente escluso, ma sembra improbabile in questa fascia di età scolare, e nel contesto sociale della provincia che non è noto per le differenze di reddito significative tra le due aree.

Infine, si può ipotizzare che i pediatri e gli insegnanti familiari che si prendono cura dei bambini nel SIN potrebbero essere stati consapevoli dei rischi ambientali, eseguendo così valutazioni più attente. Anche se questo pregiudizio non può essere completamente escluso, sembra improbabile dal momento che la differenza tra le due popolazioni non è cambiata negli ultimi dieci anni, a partire da un periodo in cui la consapevolezza del problema era molto meno. Inoltre, riteniamo che anche in presenza di una maggiore sensibilità nell’area SIN questo sia improbabile che spieghino le differenze statisticamente significative evidenziate tra le due diverse aree. È improbabile che i problemi cognitivi dei bambini sfuggano agli insegnanti, che lavorano come una squadra per averli denunciati. Al contrario, potrebbe esserci una sottovalutazione nell’area SIN in caso di negazione del problema da parte dei genitori dopo la relazione dell’insegnante, in particolare nei settori di livello socioeconomico inferiore presente nel SIN.

Le conclusioni causali non possono essere tratte senza cautela poiché l’autismo e il comportamento autistico subclinico sono di origine complessa e multifattoriale e probabilmente non attribuibili a una singola causa. Inoltre, nella fascia di età 12-18 anni, gli intervalli di confidenza del 95% dei dati di prevalenza calcolati per le 3 aree in studio si sovrappongono e ciò può indicare che le differenze statisticamente significative osservate possono essere state raggiunte solo a causa della grande dimensione del campione. Tuttavia, dati i risultati in gran parte coerenti tra i molti studi che hanno esplorato aspetti dell’inquinamento atmosferico e dell’ASD, possiamo considerare plausibile il ruolo degli inquinanti presenti nell’area di studio come responsabile della maggiore incidenza di ASD. Pertanto, mentre rimangono domande su quale componente specifico dell’inquinamento atmosferico è il più rilevante, questo studio rafforza l’ipotesi di un’associazione tra l’esposizione all’inquinamento atmosferico e ASD.

I risultati osservati in questo studio sono indicativi dell’associazione tra la vicinanza residenziale urbana alle strutture industriali che emettono inquinanti atmosferici e una maggiore prevalenza di ASD.

Questi dati si aggiungono al corpo di conoscenze che l’inquinamento industriale pesante rappresenta una sfida per i bambini che rappresentano una priorità importante e chiara a breve termine per la salute pubblica.

Download del report

Link al report

Le abbreviazioni

ASD:
Disturbo dello spettro autistico
DL-PCB:
Bifenili policlorurati di diossina-simili
HFA:
Aumento ad alto funzionamento
QI di I:
Qutient di intelligence
I PAH:
Gli idrocarburi policiclici aromatici
Il PCDD:
Policlorurati dibenzo-p-diossine
Il PCDF:
Policlorurati di dibenzofurani
Il PM:
La materia di particelle
SIN:
Sito contaminato di interesse nazionale
TEQ:
Gli equivalenti tossici