di Luciano Manna – Da febbraio 2024 la gestione dello stabilimento ex Ilva di Taranto, Acciaierie d’Italia, è in amministrazione straordinaria dopo la rocambolesca cacciata della gestione Morselli a capo di ArcelorMittal. Di conseguenza gli impianti sono in vendita con questa manifestazione di interesse e per la gestione commissariale, così come società Ilva spa, nel sito ufficiale dell’amministrazione straordinaria di AdI vengono pubblicate le consulenze che saranno erogate da diversi soggetti sino all’acquisizione degli impianti da parte di un soggetto privato o cordata che sia.
Tra questa compare anche quella della società internazionale di consulenza McKinsey che viene ingaggiata tramite una procedura di affidamento diretto per 4 mesi di consulenza e assistenza in relazione al Piano Industriale alla modica cifra di 800mila euro. Ma chi sono i signori della McKinsey? Premesso che la filiale italiana ha avuto tra i suoi assunti anche persone come Alessandro Profumo, Corrado Passera e Vittorio Colao sposteremo il nostro focus sul lavoro dei giornalisti investigativi del New York Times, Walt Bogdanich e Michael Forsythe, che alla società hanno dedicato un libro dal titolo “When McKinsey comes to town”. Alla luce di quanto segue il governo italiano dovrebbe revocare immediatamente la consulenza alla società McKinsey. L’appello di VeraLeaks alla politica locale è di fare pressioni sul Governo al fine di revocare immediatamente questa imbarazzante consulenza da 800 mila euro.
Quanto segue è tratto da un articolo de Il Fatto Quotidiano
“I due giornalisti si sono avvalsi tra l’altro delle testimonianze di un centinaio di dipendenti ed ex del gruppo. Dalla colossale bancarotta di Enron alla crisi dei mutui subprime, dalle epidemie di dipendenza da oppioidi, alla diffusione del fumo di sigaretta, sono molti i disastri finanziari e/o sociali in cui Mckinsey fa capolino. Raramente, precisano gli autori, con implicazioni legali. Ma quello che emerge è qualcosa forse scontato ma in contrasto con i principi propagandati: i profitti prima di tutto”.
“Una delle vicende più note è quella del lungo lavoro svolto da McKinsey con la società farmaceutica Purdue, produttrice del farmaco antidolorifico oppioide Oxycontin, che tra il 2004 e il 2019 ha pagato commissioni per poco meno di 84 milioni di dollari. La dipendenza da questo medicinale, non di rado degenerata in quella da eroina e/o fentanyl, ha causato 700mila vittime solo negli Stati Uniti. McKinsey ha elaborato strategie per facilitare le prescrizioni del farmaco, immettere sul mercato confezioni con maggiore quantità del prodotto, sminuirne gli effetti collaterali, screditare le testimonianze dei genitori di giovani vittime. La società non ha mai ammesso di aver tenuto comportamenti sbagliati ma ha pagato 641 milioni di dollari per chiudere i contenziosi legali sulla vicenda”.
“Da 70 anni McKinsey è consulente dell’industria del tabacco. Nel 1956 iniziò la collaborazione con Philip Morris, Nel 2006 la giudice statunitense che si era occupata delle pratiche dell’industria del tabacco emise una sentenza di 600 pagine. Vi si legge tra l’altro: “I dirigenti delle aziende erano a conoscenza dei danni provocati dal fumo da almeno 50 anni. Nonostante questa consapevolezza hanno costantemente e ripetutamente, con furbizia e inganno, negato queste evidenze al pubblico. Hanno promosso e venduto i loro prodotti letali con zelo avendo come unico obiettivo il successo finanziario senza alcuna considerazione per la tragedia umana e per i costi sociali che questo successo comportava“. Dieci anni dopo questa sentenza, nota il libro, McKinsey era ancora consulente di Philip Morris”.
“Un altro terreno di caccia di McKinsey è l’industria petrolifera. Tra i clienti di McKinsey si annoverano Exxon Mobil, Shell, Chevron, British Petroleum, la saudita Aramco, la russa Gazprom, la venezuelana Pdvsa oltre alla compagnia carbonifera australiana Bhp. In più di un’occasione il lavoro è stato quello di aumentare il più possibile la produzione di giacimenti di fonti fossili, incluso la più inquinante di tutte ovvero il carbone. Nel 2020 tra i clienti di McKinsey non compariva nessuna società impegnata esclusivamente nello sviluppo di fonti rinnovabili”.
“Un altro degli ambiti in cui McKinsey è molto attiva e fa una buona fetta dei suoi guadagni è la sanità. In più occasioni la società è stata consulente degli enti governativi e di vigilanza (in particolare la Food and drug administration statunitense) e contemporaneamente delle società farmaceutiche e ospedali privati. Durante i 4 anni della presidenza Trump, ad esempio, la società ha incassato 77 milioni di dollari dalla Fda mentre negli ultimi 3 anni circa 400 milioni dalle 9 case farmaceutiche che assiste”.
“Le pratiche adottate dalla compagnia assicurativa statunitense Allstate su suggerimento di McKinsey hanno rivoluzionato il settore. In meglio per gli azionisti, in peggio per i clienti. La società ha elaborato strategie per risparmiare il più possibile sui rimborsi. La compagnia assicurativa si è rifiutata di fornire ai giudici che esaminavano una vertenza le “ricette” elaborate dai consulenti nonostante una multa di 25mila dollari al giorno per ogni giorno di ritardo, pagando alla fine 7 milioni di dollari”.
“Sono diversi i contratti di consulenza di McKinsey con governi non propriamente democratici o con società ad essi riconducibili. Molti i lavori con le agenzie cinesi e con società riconducibili al governo centrali. Il caso più discutibile è probabilmente quello della collaborazione con il regime del principe saudita Mohamed bin Salman, ritenuto dalla Cia il mandante dell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khassoggi. In particolare la società ha collaborato allo sviluppo di sistemi di monitoraggio del dissenso espresso attraverso i social media. Dopo l’uccisione di Khassoggi, e a differenza di altre società occidentali, McKinsey non ha ritenuto necessario interrompere i suoi affari nel paese mediorientale”.
Fonte citazioni tratte dal libro: ilfattoquotidiano.it