di Luciano Manna – Avrebbero voluto attingere acqua dal canale del fiume Pamunto nel suo ultimo tratto prima di giungere a mare i pompieri e gli altri militari che erano giunti sul posto per spegnere le fiamme che stavano rendendo cenere l’oasi naturale intorno al corso del fiume. Fiamme che da lì, l’area prospicente Marechiaro, sarebbero poi arrivate a lambire le case in zona Tre Fontane. Non c’è acqua e se ne accorge anche chi è intervenuto per domare l’incendio. Da questa informazione acquisita da VeraLeaks all’indomani del 30 luglio abbiamo fatto alcuni passi indietro negli anni rimettendo insieme alcuni pezzi che ci portano a pensare che se il Pamunto arriva a mare secco allora c’è qualche problema. Il problema, forse, lo abbiamo rilevato: una deviazione del suo corso naturale. Veraleaks ha denunciato la questione alla Procura della Repubblica tramite la Capitaneria di Porto di Taranto a cui ha presentato una denuncia integrata anche da questo articolo dove però non compaiono tutti i materiali prodotti sul posto e posti all’attenzione della Procura di Via Marche.
L’oasi naturale denominata Pamunto-Sabbione rappresenta per Taranto la resistenza della natura contro la scelleratezza umana che ignora l’importanza di un un sito ormai quasi azzerato dalle fiamme di natura dolosa appiccato nel pomeriggio del 30 luglio 2024, così come era successo diverse volte negli anni precedenti. Dalle informazioni acquisite sappiamo che il Pamunto era attivo anche in estate alimentando la zona umida accanto a Marechiaro dove si posano diverse specie come fenicotteri, aironi, ibis, folaghe, cavalieri d’italia mentre nelle stesse acque del fiume si trovano anguille e granchi d’acqua dolce, uccelli ed insetti. Per capire meglio il problema siamo andati sul posto e ci siamo accorti che ad un certo punto del percorso il Pamunto subisce una deviazione che sfocia in un pozzetto costituito da un prefabbricato in cemento armato adiacente ad un invaso scavato nel terreno, il tutto con diverse pompe e manichette che probabilmente servono per irrigare terreni attigui.
Chi ha deviato il corso del fiume Pamunto rendendolo secco prima di sfociare a mare? Lo abbiamo percorso dalla sua foce, o meglio dove affiora in località Tre Fontane, sino a valle verso San Vito. Poco prima del mare, nel tratto convogliato in una galleria costruita affinché possa passare sotto la strada, di acqua non ce n’è mentre poco più a monte ci siamo accorti che la corrente del fiume convoglia nella deviazione che sembra non essere il suo percorso naturale. In merito ci possono aiutare le immagini satellitari.
Quindi il Pamunto, ad un certo punto del suo persorso, subisce una brusca deviazione e confluisce in una struttura in cemento armato che a sua volta sembra fornire acqua ad un bacino d’acqua e con un sistema di tubazioni ad alcune coltivazioni agricole adiacenti. Ma è tutto regolare? Si può deviare il corso di un fiume in area demaniale? Nelle seguenti immagini, ottenute come le precedenti dalle rilevazioni satellitari, è più comprensibile e definito il corso del fiume e la sua deviazione che è evidente non essere un persorso naturale e sia stata scavata nel terreno per opera dell’uomo.
I dubbi sembrano sciolti ma per avere il risultato della prova del nove abbiamo seguito il corso del fiume oltre la deviazione andando verso il mare. Il fiume rimane asciutto già prima del canale in cemento armato a poche decine di metri dal mare, e quindi, chi ha prosciugato il fiume Pamunto? Lungo il suo primo tratto di percorso interessato da acqua corrente abbiamo potuto vedere anguille, granchi di acqua dolce e meravigliosi insetti, dopo la deviazione c’è la morte, tutto secco.