LETTERA APERTA AL MUSICISTA ROY PACI

di Alfonso Pinto – Caro Roy Paci, il mio nome è Alfonso Pinto. Sono geografo e documentarista e da 4 anni porto avanti un progetto scientifico e culturale sul polo petrolchimico siracusano. Ad Augusta e dintorni ho avuto l’onore di conoscere in questi anni donne e uomini, giovani e meno giovani, che in modi diversi e a diverso titolo si battono con tenacia e coraggio per cercare di resistere all’ingiustizia sanitaria e ambientale che da 70 anni attanagli il loro territorio. Lo fanno, per di più, in un contesto eufemisticamente ostile, viziato da un ricatto occupazionale che ormai ha assunto le sembianze di un’irrimediabile schiavitù. Inutile precisare che dal 2019 i miei legami con questa terra non sono più esclusivamente di natura professionale.

Ad Augusta e dintorni ci si ammala di più. Nascono più bambini malformati che altrove. Ad Augusta tutto quel che c’è di bello versa in stato di abbandono, è inaccessibile, o peggio, è nelle mani dei privati. Sono cose che dovresti sapere dal momento che, se non erro, Augusta è la città in cui sei nato e cresciuto.

Per ovvie ragioni, ho seguito con vivo interesse le polemiche che hanno preceduto e seguito la tua esibizione ad Augusta il 13 agosto 2023. Mi sento dunque in dovere (ma soprattutto in diritto) di scriverti questa lettera pubblica, che fa seguito alle gravissime offese e alle insensate calunnie rivolte da te (o da chi per te) alla mia persona (e ad altri) a mezzo social. Il giorno 13, in un post Instagram, mi sono limitato a riportare un fatto con le seguenti parole: “Estate Augusta… Con Roy Paci e la gentile collaborazione di qualche colosso della petrolchimica mondiale. Enjoy your toxic summer”. Immediatamente, pur non sapendo né chi io sia, né cosa faccia o abbia fatto, sono piovuti dei commenti eufemisticamente offensivi e intimidatori firmati “Etnagigante (management dell’artista)”. Mi si accusa di scrivere il falso, di leggere il Mein Kampf, di possedere un “sostrato da casa pound”. Arrivi a perfino a scrivere in pubblico (il 14 agosto) frasi del tipo “siete solo 4 rancorosi in croce che monitoriamo da anni”. Inutile precisare che tutto è stato dovutamente documentato e messo a disposizione di chiunque voglia approfondire questa faccenda.

In un altro contesto, queste affermazioni sarebbero gravi, anzi gravissime. Poiché, invece, siamo ben oltre i confini del ridicolo, non posso che riderne. La loro bassezza al massimo non può che suscitare pietà e commiserazione. Del resto, si tratta della stessa fallimentare tattica usata dal tuo collega Jovanotti per rispondere alle polemiche sui suoi concerti in spiaggia dai devastanti effetti sull’ambiente. Ovvero: “ho torto marcio. Sto facendo una figuraccia. Do del nazista a tutti”. Non funziona. Né con me, né – sono sicuro – con gli altri soggetti che hanno ricevuto lo stesso trattamento. Sono sfoghi puerili che denotano frustrazione, ma soprattutto una rara bassezza (perché anche per essere frustrati ci vuole modo e maniera).

Io non sono mai stato un tuo fan. Nulla di personale (non mi piace il genere). Tuttavia, ho sempre avuto un’opinione mediamente positiva nei tuoi confronti, soprattutto perché ero a conoscenza del tuo impegno sociale, politico e anche ambientale in settori affini a quelle che sono le mie convinzioni. Parlo ad esempio del Forum Sociale Antimafia, ma anche e soprattutto del tuo ruolo nel concerto del Primo Maggio a Taranto, la città dell’Ilva, uno degli hot-spot delle lotte per la giustizia ambientale in Italia. Proprio in questa occasione affermavi in un’intervista a Il Manifesto la seguente frase: “Vengo dal triangolo della morte e poiché a casa mia mi è stato impedito di lottare, Taranto rappresenta per me il riscatto”.

A posteriori, sei stato in un certo senso profetico. Poco dopo, infatti, ti si è presentata una clamorosa occasione per lottare nella TUA terra. E invece, precisamente il 29 giugno, hai annunciato festante la notizia che finalmente avresti suonato nella tua Augusta, “grazie – cito testualmente – all’allineamento perfetto di un Sindaco e una giunta giovane e illuminata”.

Personalmente mi riesce difficile credere che tu, pur non vivendo ad Augusta, non sappia nulla dell’attuale amministrazione; del fatto che sia composta da ex-missini, i quali pubblicamente sbandierano simpatie fasciste; delle numerose polemiche in merito alla gestione dei fondi sui migranti; della comunicazione ai limiti del delittuoso in occasione all’incendio alla ECOMAC dell’agosto 2022; del fatto di non essersi voluta costituire parte civile nell’affare che coinvolge il depuratore consortile I.A.S.; di aver tentato di destinare un’area adibita a verde pubblico ad una multinazionale della ristorazione; delle numerose accuse e calunnie che il sindaco Di Mare e i suoi sostenitori hanno ripetutamente lanciato ai movimenti cittadini che si battono per la giustizia ambientale. Impossibile che tu non fossi al corrente delle polemiche in merito alla fin troppa accondiscendenza del tuo sindaco illuminato nei confronti delle aziende del polo petrolchimico.

Dulcis in fundo, non è umanamente possibile ritenere che un artista della tua esperienza non si sia minimamente preso la briga di verificare in quale contesto sarebbe avvenuta la tua esibizione ad Augusta. Davvero non ti sei posto il problema che fra gli sponsor della manifestazione comparivano in bella vista i loghi di aziende implicate in inchieste per gravi reati ambientali? Non contento, in quella che tu stesso hai definito “la più bella esibizione della mia carriera”, non hai speso una sola parola in merito alla questione sanitaria e ambientale. Nessun cenno a quelle ingiustizie che da 70 anni la TUA città subisce. Quelle stesse ingiustizie che invece, altrove, affermi di voler combattere.

A questo punto il proverbiale dado è irrimediabilmente tratto. Quali che siano le tue ragioni, i fatti sono chiari. Anche perché non sei mai stato disposto a nessun tipo di confronto con coloro i quali non hanno potuto fare a meno di portare alla tua attenzione l’evidente contraddizione del tuo comportamento. Mai una spiegazione. Mai un confronto. Mai un’apertura al dialogo. Fin dall’inizio hai vomitato insulti, calunnie e perfino velate minacce (tutto documentato e talvolta passibile di azioni legali).

Hai deciso in piena coscienza di svenderti (non so e non mi interessa per cosa), mettendo in atto un vero e proprio harakiri. Pensavi davvero che questo gesto nei confronti della tua terra sarebbe passato inosservato? Pensi davvero che dopo quanto accaduto tu possa tornare ad impersonare il ruolo dell’artista impegnato?

Che cosa ha Augusta di diverso rispetto a Taranto? Perché i tuoi concittadini non hanno avuto diritto ad una presa di posizione pubblica come hai fatto altrove? In cosa consisterebbero le falsità di cui accusi me ed altri?

Non ti affannare. Non è a me che devi rispondere, ma alla città che ti ha dato i natali. La tua carriera non finirà certamente per questo. Sono sicuro che molti dei tuoi fan non si cureranno di quanto accaduto nel chiuso della tua “amata” e intossicata città (l’amore ha tante forme caro Roy, ma le tue proprio mi sfuggono). Una cosa però è giusto che sia chiara: il tuo ruolo di artista impegnato è ormai definitivamente compromesso. Io, come tanti altri immagino, mi sento in diritto e in dovere di raccontare quanto accaduto, di informare chiunque abbia voglia di coinvolgerti in eventi a carattere sociale e ambientale sulla tua coerenza e sul tuo spessore etico. Mi dispiace, ma sono io (e credo anche altri) a dirti NO PASARAN. Perché questo è quello che succede a chi tradisce la sua terra, i suoi affetti e i suoi principi.

È un peccato. Te l’ho già detto. L’occasione era importante. Avresti potuto coglierla. Avresti potuto dire no pubblicamente. Spiegando le ragioni. Le stesse di Taranto, ma a casa tua, nella tua terra e fra i tuoi affetti. Sarebbe stato un gesto politicamente concreto. Un messaggio chiaro ai tuoi concittadini. Un segnale di vicinanza a chi lotta e allo stesso tempo un’occasione, per gli altri, di riflettere sulla propria condizione. E invece… Invece il tuo primo concerto, quello che hai definito il più bello della tua carriera, sarà per sempre associato a tutto questo.

Alfonso Pinto
Geografo – Documentarista
Direttore del progetto TOXIC SICILY
Collettivo Dissidenze Visual Lab.

 

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