di Luciano Manna – Sono lontani i tempi in cui si rivendicava giustizia con la telecamera accesa per i microfoni strappati dalle mani dopo aver formulato domande scomode. Le prime avvisaglie le avevamo avute durante i soliti e noti raid del giornalista Luigi Abbate, candidato sindaco eletto con 4200 voti al consiglio comunale di Taranto, proprio durante la calda campagna elettorale che è terminata con le elezioni del 12 giugno: quei raid agli avversari politici da giornalista candidato, quei raid con la domanda all’interlocutore per formularne un’altra senza dar tempo di risposta. Ma stavolta la ricetta del consigliere comunale giornalista prevede una telecamera spenta, un cronometro impostato sui 30 minuti circa, un gettone di presenza in commissione e abbondante populismo con una spruzzata, quanto basta, di presenza social. Signori, la nuova ricetta gourmet di oggi è “l’ossobuco all’Abbate”, quello che, più che da rosicare, fa rosicare.
La denuncia è del consigliere comunale di maggioranza Luca Contrario che con un post sul social si rivolge al collega Abbate. Come si comporta il buon Luigi in Commissione? E’ la domanda retorica posta da Luca Contrario che, dopo un paio di doverose premesse a cappello del suo post, denuncia il comportamento di Abbate durante le commissioni consiliari. Si collega on line spesso a telecamera spenta e lascia la commissione dopo 30 minuti senza nessun intervento. Tutto lecito? Non proprio. Qualche esempio di presenza tanto fugace che ciclica e ridondante riportato nel post del consigliere Contrario: Luigi Abbate entra alle 09.01 minuti / Luigi Abbate esce alle 09.32 – Luigi Abbate entra alle 10.28 / Luigi Abbate esce alle 10.59 – Luigi Abbate entra alle 12.05 / Luigi Abbate esce alle 12.36.
Una tecnica raffinata e collaudata nel tempo, quella di Abbate, che non desterebbe preoccupazioni ai fini legali, così come lui stesso rassicura dopo essere stato contattato da La Gazzetta del Mezzogiorno in merito alla denuncia di Contrario: “Agisco nel rispetto della Legge” tuona Abbate. Ma è proprio così? Contattato il consigliere Contrario abbiamo appreso che seppur è vero che per far scattare il gettone di presenza in commissione consiliare, che è pari a circa 35 euro, bastano 30 minuti di presenza su circa un’ora di durata di commissione, è anche vero che la partecipazione alla commissione è regolata da regole precise che verrebbero puntualmente disattese dal consigliere Abbate.
Partite con i lavori i primi di agosto, la partecipazione alle sette commissioni consiliari che si tengono giornalmente è stata allargata anche, a discrezione del partecipante, al collegamento da remoto a causa di alcuni casi covid registrati tra i partecipanti, e quindi, dal 10 agosto circa, è stata attivata una modalità di partecipazione mista: sia in presenza che on line. Il regolamento delle commissioni per la partecipazione da remoto, però, è chiaro a tutti i consiglieri: non essere in movimento con il dispositivo con il quale ci si collega, quindi essere collegati con una postazione fissa o anche con un dispositivo mobile, telefono o tablet, purché fermi in un luogo; essere in una condizione di connessione che consenta la partecipazione ai lavori; avere la telecamera accesa.
Regole chiare per partecipare alle commissioni consiliari che il consigliere Abbate pare disattenda puntualmente partecipando spesso a telecamera spenta, senza mai fare interventi, richiesta di emendamenti, approfondimenti, documenti, ecc… per poi darsi alla fuga dopo i 30 minuti utili a far scattare il gettone di presenza. Provoca sdegno, inoltre, ciò che ci racconta il consigliere Luca Contrario che più volte durante le commissioni ha rappresentato lamentele a causa della condotta del consigliere Abbate: “Ho fatto presente puntualmente e spesso durante lo svolgimento dei lavori in commissione il fatto che le modalità di partecipazione di Abbate non fossero corrette in virtù di un regolamento chiaro. Mi sono sentito rispondere, da parte di alcuni consiglieri di minoranza, che la mia lamentela dava noia (evito termini volgari a corredo) e che se volevo, dovevo denunciare. Così ho fatto, anche se con un post, ho denunciato e l’ho comunicato ai cittadini che vanno rispettati con comportamenti consoni agli strumenti partecipativi dell’attività consiliare”.
Ma Luigi Abbate accusa il colpo e risponde immediatamente al post di Luca Contrario con un altro post dove non fa espressamente riferimento al post del collega ma ci tiene a specificare che lui fa il consigliere comunale per strada e a contatto con i cittadini. Ben venga, caro Luigi Abbate, il consigliere attivista che consuma i marciapiedi per ascoltare le istanze dei cittadini ma dovresti anche sapere che i tuoi 4200 elettori tarantini che ti hanno concesso fiducia, come tu stesso scrivi, votandoti e consentendo la tua elezione a consigliere, lo hanno fatto espressamente per essere rappresentati in consiglio comunale e nelle commissioni, che sono, quest’ultime, strumento adatto proprio ai i consiglieri di opposizione che intendono “fare le pulci”, e quindi vera opposizione, alla maggiornanza. Si fa così la politica di opposizione a Palazzo caro Luigi, troppo faticoso? Secondo, caro Abbate, devi fare una scelta importante che chiama in causa la tua morale: se stai partecipando on line ai lavori di una commissione, visto anche che ti è consentito partecipare a tutte perché unico eletto, o partecipi attivamente ai lavori rispettando le regole o stai per strada a pubblicare le foto di denuncia sui social: ben venga la denuncia e l’attivismo civico ma non puoi farlo durante i lavori di commissione, o l’uno o l’altro, scegli: il gettone di presenza ti viene pagato dai cittadini per lavorare in commissione, non per postare fotografie su facebook!
Nel frattempo qualcuno, grazie alla denuncia del consigliere Luca Contrario (ma gli altri consiglieri comunali cosa dicono?), chiederà ufficialmente al Comune di Taranto se la condotta del consigliere Abbate tenuta durante i lavori delle commissioni consiliari sia verbalizzata nel momento in cui rappresenta una violazione del regolamento e se tale atteggiamento rappresenti un danno erariale per l’ente e di conseguenza per l’intera comunità. In caso contrario, purtroppo, forse sarebbe il caso di agire modificando lo stesso regolamento al fine di evitare che i furbetti delle commissioni intaschino gettoni di presenza senza aver mai preso parte attivamente alle stesse.
Nb. Nel presente articolo non è presente la replica del consigliere Luigi Abbate perché lo stesso ha impedito repliche a commento del suo post, comprese quelle del suo collega Contrario. Un altro atteggiamento poco democratico e non molto proteso al dialogo che ricorda motodi e comportamenti di una Taranto degli anni ’90 che, grazie a Dio, non esiste più.