di Luciano Manna – Cosa fanno questi due operai in bilico su una colonna di cemento armato, senza nessun dispositivo di protezione individale o imbragatura che mentre con una mano si afferrano ai tondini della colonna e con l’altra posizionano la carpenteria in legno, calata sulle loro teste da una gru, che servirà a ricevere una nuova colata di cemento per creare il basamento del soffitto? Hanno un vuoto di 30 metri ad un passo da loro dove non c’è neanche un ponteggio a proteggerli in quota e dove, tra l’altro, sono saliti con una semplice scala appoggiata sulla stessa colonna. Chi ci risponde a questa domanda? Vuole farlo chi sulla carta corrisponde al coordinatore dei lavori in fare di progettazione ed esecuzione?
Quale effetto ha il decreto legislativo n. 81, approvato il 9 aprile 2008, in pratica il Testo Unico in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, ed al suo interno le norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni e nei lavori in quota e quelle che obbligano l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale? Chi controlla che le norme siano rispettate nel cantiere dell’ospedale San Cataldo di Taranto? Le ditte appaltatrici, in particolare i datori di lavoro, cosa ne pensano delle norme relative alla sicurezza degli operai? Sono queste norme che possono essere interpretrate o avere deroghe? A guardare queste fotografie vengono i brividi. Se sino ad oggi non si sono verificati infortuni seri in questo cantiere è solo per pura fortuna e non, per come dovrebbe essere, per aver rispettato scrupolosamente le normative relative alla sicurezza. Il modus operandi adottato in questo cantiere è lo stesso da mesi, almeno dalla scorsa estate. In questo cantiere c’è mai stata una ispezione dell’ispettorato del lavoro o del Servizio di prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro?
In queste fotografie si vede di tutto. Nessun casco o altri tipi di protezione individuale, carichi che passano sulle teste degli operai sollevati dalle gru, chi si arrampica sulle impalcature e non utilizza le scale tra un piano di calpestio dell’impalcatura e l’altro, chi opera in quota, in bilico e senza nessuna imbragatura o pulisce la betoniera con acrobazie, chi si cambia le scarpe sull’impalcatura o parla al cellulare mentre lavora a 30 metri dal suolo, c’è di tutto. Non si comprende, inoltre, perché i ponteggi siano presenti solo nel perimetro esterno ed assenti all’interno del cantiere. Cerchiamo un bravo ingegnere che ci faccia un elenco delle violazioni che si evincono da queste fotografie, premesso, naturalmente, che le stesse sono state già inviate allo Spesal.
L’appello è rivolto anche alle istituzioni, specialmente quelle regionali: va ripristinata immediatamente la sicurezza nel cantiere prima che qualcuno si faccia male sul serio. Le ditte che non assicurano il rispetto delle norme sulla sicurezza vanno escluse dai lavori. La vita di un operaio vale molto di più dell’intero costo dei lavori per realizzare questo ospedale, anzi, la vita di un solo operaio un prezzo non ce l’ha. La sicurezza sul luogo di lavoro va solo rispettata senza compromessi e tolleranze.