VeraLeaks torna ad esplorare i mari di Taranto per capire cosa succede nelle attività di mitilicoltura, in questo caso nel Mar Grande. In questo video è spiegato con le immagini quello che succede: allevamenti abusivi dove la cozza della Grecia regna indisturbata, insieme a tanti altri prodotti ittici provenienti sempre dalla Grecia, sulla delicata economia legata alla cozza tarantina e nel suo compromesso ecosistema. Per essere chiari è importante comprendere in primo luogo che non è possibile fare miticoltura, sia con la cozza greca che con la tarantina o con qualsiasi altro mollusco, accanto ad impianti di acquacoltura e, cosa più importante, proprio in adiacenza ad un porticciolo dove si svolge nautica da diporto con attracco e rimessaggio delle imbarcazioni. Questi specchi d’acqua, dove si svolge mitilicoltura abusiva, spesso sono estensioni di aree realmente in concessione: chi ha uno specchio d’acqua realmente autorizzato alla mitilicoltura si sente libero di estendere la perimetrazione concessa a proprio gradimento, in altri casi si è totalmente abusivi. In tutti i casi gli impianti di mitilicoltura dovrebbero essere ben identificati con matricole relative a chi ha in concessione l’area. E’ inquietante, inoltre, osservare il materiale fangoso di colore giallastro che sprigionano le cozze della Grecia, al contrario di ciò che avviene, quando agitate allo stesso modo, alle cozze tarantine. La prova delle “nacchere” che, seppur molto semplice, ci fa comprendere l’enorme differenza tra questi mitili.

CNR, Arpa e le istituzioni competenti hanno il dovere di approfondire queste dinamiche che rappresentano un rischio per l’economia locale. Al di là degli aspetti legati alla legalità dove è evidente che alcune importazioni avvengono nella totale illegalità, sarebbe necessario uno studio a lungo termine per comprendere come queste immissioni di mitili esteri incidono nel nostro ecosistema o, probabilmente, visto che questa pratica prosegue indisturbata da anni la sua attività, cosa è già successo e come fauna e flora marina hanno reagito agli ospiti indesiderati.

“Esiste un rischio biologico se si importano cozze dall’estero senza controllo, cioè senza tracciabilità del prodotto controllato dove è nato e poi controllato dai veterinari anche nel Mar Piccolo. I mitili provenienti da altre zone, quindi dall’estero, possono introdurre malattie che nei nostri mari non esistono. Ad esempio le malattie veicolate dai protozoi in poco tempo possono distruggere in poco tempo organismi come i mitili. E’ un rischio grande e concreto anche per la conformazione geologica del nostro Mar Piccolo che è un bacino chiuso e dove una eventuale epidemia, ed una contaminazione biologica, lo renderebbe inutilizzabile alla mitilicoltura per anni”.

Sono le parole di un dottore in medicina veterinaria specializzato in maricoltura ed ecosistemi marini contattato in esclusiva da VeraLeaks per meglio comprendere le reazioni del complesso ecosistema del Mar Grande e del Mar Piccolo dove ha le sue attività la mitilicoltura tarantina alle importazioni di mitili esteri.