di Luciano Manna – La diffida del 24 febbraio 2021 inviata dal Ministero dell’Ambiente (MATTM) ed indirizzata ad ArcelorMittal Italia S.p.A. è relativa al superamento dei Valori Limite di Emissione relativi all’Autorizzazione Integrata Ambientale (VLE AIA) per il parametro Rame relativamente agli scarichi SF1 ed SF2, a seguito dei campionamenti effettuati il 2 settembre 2020 da Arpa Puglia e riportati nei rapporti di prova n. 14637 e n. 14641. Il MATTM “diffida codesta Società, ai sensi dell’art. 29-decies del d.lgs. 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i., a provvedere a quanto richiesto nella citata nota di ISPRA prot. n. 7507 del 18/02/2021, con i tempi e le modalità ivi indicati a decorrere dal ricevimento della presente“.
Pronta la risposta del gestore ArcelorMittal che con una nota a firma dell’ing Loris Pascucci specifica che “l’anomalia rilevata da Arpa Puglia per il paramentro Rame nei campionamenti effettuati presso gli scarichi SF1 e SF2 in data 2 settembre 2020 non corrisponde ad una effettiva corretta rilevazione della qualità delle acque scaricate da AMI“.
A nulla sono serviti, almeno per l’azienda, i campionamenti effettuati in attuazione della programmazione annuale delle ispezioni al fine di verificare l’attuazione delle prescrizioni AIA a cui sono seguiti i rapporti di prova che Arpa Puglia aveva inviato ad Ispra nel documento del 21 gennaio 2021 ed a cui è seguita la proposta di diffida di Ispra al MATTM che a sua volta, valutati i verbali di entrambi, ha poi diffidato l’azienda. Eppure i documenti di Arpa sono abbastanza chiari e le spiegazioni in prosa, oltre alle evidenze dei rapporti di prova, altrettanto. In relazione ai Rapporti di Prova nr. 14637 e nr. 14614 relativamente agli scarichi SF1 e Sf2 Arpa Puglia segnala segnala che il paramentro RAME supera il limite tabellare previsto dal D. Lgs. 152/06 (cfr. All. 2, DPCM 29/9/2017) ed inoltre segnala anche la permanenza del superamento per il parametro BORO.
Nello stesso documento, Arpa Puglia fa notare l’evidente criticità d’individuazione dello scarico finale nel punto di campionamento SF1, nonché le rilevate criticità sempre relative a questo canale perché vengono convogliate anche le acque di mare utilizzate per il raffreddamento degli impianti che in primo luogo diluiscono gli scarichi parziali che qui confluiscono ed inoltre rendono difficili se non impossibili le analisi di laboratorio su dette acque per le note interferenze che i Sali marini producono, oscurando molti composti diversamente facilmente identificabili. Arpa Puglia, quindi, ribadisce la necessità di ridefinire e nuovamente identificare gli scarichi finali codificati con sigla AF1 e SF2,che sono poi gli scarichi finali che convogliano le acque di scarico nel Mar Grande di Taranto. In ultimo l’Agenzia fa notare che ci sono altri campionamenti che hanno evidenziato superamenti dei limiti di legge: come quelli per le acque sotterranee dove ci sono superamenti per i parametri SOLFATI e PCB Totali e negli scarichi parziali per il parametro SELENIO.