Novanta armadietti distribuiti in un labirinto stretto di pochi metri quadri. Questo è lo spogliatoio dove si cambia il personale che lavora nei reparti Medicina e Utin dell’ospedale di Taranto “Santissima Annunziata”. Una condizione critica che può causare la propagazione del coronavirus. Basta solo pensare che le palestre, prima che venissero chiuse per decreto, erano costrette dall’emergenza sanitaria a garantire tra gli armadietti degli spogliatoi la distanza di un metro, così come per docce ed altre aree. Ma perché anche un semplice spogliatoio di un ospedale può rappresentare un serio rischio di contagio da coronavirus? Perché il personale è a stretto contatto ogni giorno con decine di pazienti, tra i quali anche i positivi al covid, in una struttura sanitaria dove la logistica è un po’ improvvisata, diciamo così, adeguata alle condizioni della sanità nel meridione.

Nonostante un piano di adeguamento e riorganizzazione da parte dell’azienda nell’attuale ed ulterione emergenza Covid-19 l’ospedale SS Annunziata di Taranto presenta notevoli criticità che pongono a rischio sia la salute dei degenti che quella di medici ed infermieri. Si parte dalle cose più semplici, cioè l’assenza di percorsi dedicati, identificati e quindi sicuri che siano adibiti al trasporto dei pazienti ricoverati nella struttura e che sono anche positivi al covid. Quelli esistenti dimostrano improvvisazione da parte dell’azienda sanitaria ed, inoltre, negli stessi reparti non ci sono aree dedicate per il ricovero di persone positivi al covid. Anche in questo caso c’è approssimazione ed adattamento: nei singoli reparti sono state attrezzate stanze in cui alcuni pazienti vengono isolati ma non esistono vere e proprie aree adibite ad ospitare pazienti covid. Tutto ciò comporta la possibile migrazione dal paziente al personale sanitario e poi ad altri degenti del virus SARS-CoV-2 che poi si manifesta nell’individuo con la positività alla malattia Covid-19.

Nella zona isolamento del Pronto Soccorso i pazienti restano in degenza anche tre giorni in attesa di essere trasferiti nelle strutture Covid e quando necessitano di visite specialistiche, e quindi devono raggiungere determinati reparti, attraversano corridoi accessibili a chiunque senza avere un percorso riservato. Altra criticità: esiste un ascensore riservato ai pazienti covid che però viene utilizzato anche anche dal personale della lavanderia per trasportare la biancheria pulita o da quelli del magazzino che forniscono i materiali sanitari nei reparti. Già durante la prima ondata del coronavirus i percorsi nei reparti del SS. Annunziata di Taranto erano improvvisati ed in alcuni casi inesistenti. Ci ritroviamo oggi, a distanza di mesi, ad affrontare la seconda ondata con gli stessi problemi quando nei mesi estivi nessuno si è preoccupato di adeguare la struttura sanitaria ad una nuova ondata, quella che era prevista nei mesi invernali e che infatti oggi coglie impreparati tutti. Ed ancora, gli infermieri che devono accedere ad aree in cui sono isolati i pazienti covid devono eseguire la vestizione senza usufruire di zone filtro, le stesse che dovrebbero essere utilizzate quando gli infermieri devono svestirsi  dei dispositivi di protezione che hanno indossato durante il contatto con un paziente positivo. Il rischio di migrazione del virus tra paziente e personale, e poi verso altri pazienti, in questo caso è assolutamente inaccettabile.

Pochi giorni fa l’Organizzazione Sindacale più rappresentativa della Dirigenza Sanitaria a livello della Provincia Jonica, l’ANAAO-Assomed, ha chiesto, per mezzo di una lettera aperta indirizzata al Presidente Conte e inerente l’emergenza covid, il commissariamento della Asl di Taranto e l’invio di una commissione d’ispezione ministeriale. Il sindacato denuncia di aver visto cadere nel vuoto tutte le sollecitazioni alla Direzione Strategica dell’ASL di Taranto, dirette a chiedere di porre rimedio a tutte le deficienze riscontrate durante la prima ondata di pandemia e che hanno portato alla luce tutti i problemi, non solo locali, di una Sanità gestita senza una programmazione specifica.

Nel frattempo il Direttore Generale della Asl di Taranto, l’avvocato Stefano Rossi, e il Dirigente della Struttura di comunicazione ed informazione istituzionale, il dott. Vito Giovannetti, mandano una missiva in cui invitano tutti i dipendenti ad evitare qualsiasi azione comunicatica relativa all’emergenza sanitaria in corso a meno che non sia stata concordata con la struttura di comunicazione e informazione istituzionale. Questa raccomandazione nasce dal fatto che – così come riporta sempre la lettera – diversi dipendenti Asl Taranto sono oggetto di richieste di informazioni e opinioni da parte di giornalisti e blogger. Alcuni dipendenti, per iniziativa personale non concordata, rilasciano interviste e dichiarazioni presso organi di stampa o su profili di social networks. Tutto ciò può portare, come in effetti già avvenuto, anche alla proliferazione su mass media e social networks di notizie non attendibili o immotivatamente allarmanti o allo scatenarsi di sterili polemiche che aggravano ulteriormente la fase che stiamo vivendo come cittadini e come operatori della sanità.

Oh my God! Giornalisti e blogger, shit! Chissà se poi questi dannati giornalisti e blogger, insieme a chi rilascia interviste “non concordate”, vengono cercati per strada con forconi e fiaccole come si faceva con chi praticava la stregoneria qualche secolo fa, oppure, molto più semplicemente o come è consueto fare in queste occasioni, si fa in modo che la Procura notifichi una indagine a carico di questi giornalisti e blogger a seguito di una denuncia di querela. Dubbio lecito per chi è convinto che siano in essere, ancora oggi, alcuni articoli della Costituzione italiana o altri della Dichiarazione universale dei diritti umani relativi alla libertà di opinione e di espressione o alle informazioni attraverso ogni mezzo. Cosa ne pensa Rossi? Taranto 2020 o Frittole quasi 1500? O è la stessa cosa?