di Luciano Manna – Disastro ambientale e pesca di una specie protetta. Devastavano i fondali del Mar Grande intorno alle 9.00 di questa mattina negli specchi d’acqua antistanti Viale del Tramonto. Utilizzavano un vero e proprio aratro per portare sulla barca un po’ di tutto ma il loro bottino consisteva in circa 50 kg di oloturie, pescato che frutta molti dollari nel mercato asiatico, come già documentato lo scorso anno in questo articolo.

Nella fotografia quelli che non si possono definire pescatori fanno una cernita del pescato mettendo le oloturie nei secchi e buttando a mare posidonia e cymodocea, piante acquatiche appena strappate dal fondale. Ma proprio durante la loro pesca criminosa è intervenuta la Guardia Costiera di Taranto che ha fermato gli individui denunciandoli per deturpamento e danneggiamento dell’ecosistema marino procedendo, quindi, a rimettere in mare le oloturie ancora vive e a sequestrare le attrezzature artigianali con cui pescavano. Come si dice dalle parti del tarantino: “è finita l’america!” Nei giorni scorsi la Guardia Costiera aveva effettuato altri sequestri nelle stesse zone e sempre per la peca di oloturie.

La prima norma che vieta la pesca delle oloturie sino al 31 dicembre 2019 è il Decreto Ministeriale del 27 febbraio 2018. Prima di questa legge la Procura di Taranto, per mezzo del lavoro del PM Mariano Buccoliero, ha potuto agire sulla base di uno specifico studio chiesto al CNR che dimostra la vitale importanza delle oloturie per l’ecosistema marino in virtù del fatto che questa specie ha una alta capacità depurativa delle acque con notevole carica batterica. Arriva anche la proroga con il Decreto Ministeriale n. 13130 del 30 dicembre 2019 recante “Divieto della pesca delle Oloturie”.

La proroga della norma tiene conto di una nota della Capitaneria di Porto del 17 ottobre 2019 prot. n. 16154 con la quale si evidenzia che la pesca indiscriminata della specie oloturia potrebbe causare gravissimi e irreparabili danni all’ecosistema marino, nonché una conseguente diminuzione della biodiversità ed alterazione degli equilibri ecologici. Il prelievo delle Oloturie (risorse destinate prevalentemente al consumo in mercati extracomunitari), specifica il D.M., ha assunto sempre maggiore dimensione tanto da richiedere l’applicazione del principio di precauzione ai sensi dell’art. 174 del Trattato di Amsterdam, che ha modificato l’art. 130 R del Trattato di Maastricht.

Inoltre, delle evidenze scientifiche dell’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale di Roma – si rileva il ruolo ecologico delle oloturie e che un eventuale autorizzazione allo sfruttamento potrebbe portare ad un impatto severo in aree riconosciute come ecologicamente di grande pregio (“strutturanti dell’habitat”), con effetti negativi sulla biodiversità ed i servizi ecosistemici, ivi inclusi gli equilibri che sostengono la produttività delle specie commerciali. La proroga del D.M., in ultimo, rileva il ruolo fondamentale svolto dalle oloturie ai fini della conservazione dell’ecosistema marino e delle altre risorse biologiche del mare in ragione della forte interdipendenza esistente tra gli organismi marini e del ruolo svolto da ciascuno di essi.