Come si presenta oggi, giugno 2020, Parco Mar grande. San Vito, Taranto. Foto realizzate da un cittadino anonimo.

di Luciano Manna – Volevano seminare la rinascita ma al comune di Taranto forse hanno sbagliato semina o qualcosa non è andata secondo i loro progetti. Sicuramente, la semina fatta di slide, cartelloni per strada e propaganda sui media, di fronte a serie criticità ambientali, non è la cura adeguata, se poi all’incapacità di amministrare si aggiunge l’inciviltà di alcuni cittadini la frittata è fatta ed uno dei luoghi più belli di Taranto da un futuristico parco sulle slide diventa una vera discarica nella realtà.

Come si presenta oggi, giugno 2020, Parco Mar grande. San Vito, Taranto. Foto realizzate da un cittadino anonimo.

Parco Mar Grande sarebbe oggi la costa a sud della rada del Mar Grande adiacente la strada che collega Taranto a San Vito. Molti anni fa questa lingua di terra aveva una conformazione differente da come appare oggi, mentre tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 iniziò ad essere colmata con materiali da risulta che provenivano dai cantieri della città ancora in espansione urbanistica. In particolare l’area fu interessata da sversamenti abusivi del temutissimo amianto.

Cronistoria del Parco Mar Grande. Fonte: ortofotografia Ministero dell’Ambiente. Elaborazione: Alessandro Nuzzo

Ma come si è arrivati in un solo anno al degrado attuale del sito partendo dalle slide dell’amministrazione comunale che progettava un fantastico parco mostrandolo nella comunicazione istituzionale?

Il 14 giugno 2019, così come attesta questo post della pagina facebook del Partito Democratico di Taranto, il sindaco Melucci, il vicesindaco Castronovi e l’assessore Viggiano sono a Parco Mar grande per rilasciare interviste alla stampa. Nel post si annuncia una pulizia straordinaria del sito. Il 9 luglio successivo l’amministrazione comunale, tramite l’assessore Francesca Viggiano, dichiarava che “È una operazione che completa il grande lavoro sino ad ora svolto in quell’area, secondo le indicazioni del sindaco Melucci. Dal verde alla rimozione dei rifiuti, passando per la rimozione della pedana ormai arrugginita, abbiamo inteso ridare piena fruibilità a quella parte di litorale alla quale sono ricollegati i ricordi di gioventù di tantissimi cittadini, un vero e proprio posto del cuore per tanti tarantini. Il completamento di tutte le operazioni di recupero finalizzate al ripristino del decoro urbano e della fruibilità coinciderà con la installazione delle pedane per consentire l’accesso al mare dei cittadini con deficit motori. Ma non ci fermeremo al periodo estivo. Quell’area, come immaginata dal sindaco Melucci con il lavoro dei colleghi Ressa e Cataldino è destinata a diventare un vero e proprio parco con creazione di servizi dedicati e vedrá la piantumazione di nuovi alberi già dal prossimo autunno, coerentemente con i cicli vitali degli arbusti”.

Dopo i due interventi, a novembre dello stesso anno la Giunta Comunale delibera l’atto di indirizzo per il Progetto di Fattibilità tecnico economica del Parco del Mar Grande così come attestato da questo articolo di stampa della redazione Puglia Press. Sin qui sembra tutto andare bene. L’amministrazione comunale sembra impegnarsi seriamente nel riconsegnare alla cittadinanza un luogo storico vissuto negli anni dai tarantini ma purtroppo la visione del sindaco Melucci e la gran mole di lavoro di Ressa, Cataldino e Viggiano naufragano con una forte mareggiata spinta dal vento del nord che rosicando su quella costa fa affiorare qualcosa di sconcertante. Il 9 gennaio 2020, dopo la segnalazione del un gruppo di volontari Plasticaqqua, mi reco sul posto e realizzo questo video dove evidenzio la notevole presenza di amianto e rifiuti vari nell’area Parco Mar Grande. Nei giorni successivi a questo video deposito in Procura un esposto corredato da questo video e il 3 febbraio 2020, grazie a questa denuncia, così come attesta questo articolo di Repubblica, l’intera area viene posta sotto sequestro dalla Polizia e dalla Guardia Costiera per i reati di inquinamento e disastro ambientale a carico di ignoti. I militari confermano la presenza di laterizi, pneumatici, plastica, materiali ferrosi e lamiere di eternit.

Ma come è stato possibile tutto ciò? Come ha fatto l’amministrazione comunale di Taranto ad ignorare la presenza di amianto ed altri materiali inquinanti in una zona sottoposta a tutela paesaggistica pur avendo effettuato sopralluoghi e dopo aver approvato l’atto di indirizzo per il Progetto di Fattibilità tecnico economica del Parco del Mar Grande? Come hanno potuto dichiarare alla stampa di aver reso fruibile quell’area ai cittadini che in quella stessa area avrebbero rischiato la loro salute per la presenza di materiali nocivi? Una leggerezza, una superficialità amministrativa ha rappresentato un rischio per la salute dei cittadini. Dopo il sequestro l’amministrazione sembra aver abbandonato quell’area a tal punto che sembra non esercitare neanche la custodia dell’area sequestrata, di sua competenza visto che è area demaniale. Di fronte a questa palese inadeguatezza amministrativa si aggiunge il peso dell’inciviltà di alcuni cittadini che approfittano dell’area sotto sequestro per scaricare di tutto. Se l’amministrazione Melucci ha davvero a cuore quest’area deve prima custodire il luogo posto sotto sequestro per evitare che il danno ambientale si aggravi a causa degli incivili che usano il sito come discarica, in secondo luogo deve prodigarsi affinché l’area sia bonificata secondo le normative di legge ed in ultimo deve realizzare ciò che ha progettato. Ma lo stato attuale dell’area non fa ben sperare. Questa città deve riappropriarsi di questo pezzo di natura che oggi accoglie una rara biodiversità tra la sua flora e la sua fauna. Perché questo si possa realizzare c’è solo bisogno di una amministrazione seria che agisca all’insegna della vera tutela della natura.