Nell’ex Ilva l’emergenza sanitaria non sembra essere mai iniziata, né percepita: operai uno accanto all’altro senza mascherine e guanti negli ambienti delle mense per consumare i pasti. Appare così, oggi a Taranto, la fabbrica dove gli impianti sono in marcia, violando la Legge, solo grazie all’effetto di decreti che hanno prodotto, oltre al danno sanitario, una condanna allo Stato Italiano per violazione dei diritti dell’uomo non poteva accadere diversamente. A quale stato appartiene questa terra? Quale Legge dovrebbero rispettare gli operai che entrano in questa fabbrica?

Gli operai del siderurgico tarantino non sembrano essere tutelati dalle misure di prevenzione sanitarie poste in atto dai decreti emanati in emergenza per arginare il contagio del virus covid-19 (Norme, circolari e ordinanze). In tutto ciò sono pesanti le responsabilità dei sindacati che dovrebbero intervenire drasticamente con i loro RLS per denunciare situazioni a rischio al Servizio per la prevenzione e la sicurezza negli ambienti di lavoro. Ma siamo a Taranto, in una fabbrica che si chiamava Ilva, oggi ArcelorMittal, dove la tutela della salute delle persone sembra essere attuata dai soli comunicati stampa.

Nei bus la situazione sembra differente ma rimane oltre i limiti posti per l’emergenza in atto. Acuni operai indossano le mascherine, altri no. Il numero di persone, poi, su questi autobus che portano gli operai dagli spogliatoi agli impianti e viceversa, non sembra espressione di attuazione delle indicazioni contenute nei decreti ministeriali emanati. Se si dovesse rispettare la distanza di 1 metro tra una persona e l’altra in questo autobus non si creerebbe questo assembramento di operai che rappresenta un rischio contagio. Stessa situazione negli spogliatoi. Alcuni operai da giorni, inoltre, denunciano l’entrata in fabbrica di personale appartenente a ditte esterne che provengono dalle regioni del nord Italia come Lombardia e Veneto. In molti si chiedono come vengono rispettate le norme nazionali e regionali in questo caso di emergenza sanitaria.