di Luciano Manna – Il 2 dicembre 2018, nel cantiere dell’area parchi minerali dello stabilimento ex Ilva, ora in gestione ad ArcelorMittal, si è sfiorata la tragedia a seguito di una collisione avvenuta tra la macchina bivalente ed una gru della ditta Cimolai utilizzata per la messa in opera della copertura dei parchi minerali.

La macchina bivalente (in figura 4) può lavorare anche in automatico, cioè senza controllo manuale di un operaio, al fine di prelevare minerale con un sistema di prelievo a tazze rotanti per convogliarlo sui nastri trasportatori che poi lo inviano agli impianti in produzione.

Questa volta, però, invece di rilevare il volume di un cumulo di minerale la bivalente ha rilevato nel suo raggio di azione e di rilevamento automatico il volume della gru della ditta Cimolai e su di questa ha indirizzato il suo pesante braccio azionando le tazze rotatorie che hanno provocando così seri danni. Da questa collisione, come si può vedere nelle immagini, la cabina di comando della gru è stata letteralmente divelta e se al suo interno si fosse trovato un operaio di certo non se la sarebbe cavata con qualche graffio.

Continua a far discutere, quindi, il tema sicurezza anche con la nuova gestione del siderurgico tarantino. Ci sarebbe anche da chiedersi quali siano le condizioni di lavoro degli operai che operano ai parchi, compresi quelli impiegati nella copertura dei parchi minerali, in virtù del fatto che le caratterizzazioni eseguite negli anni 2015, e successivi aggiornamenti, hanno rilevato una seria contaminazione dei terreni e della falda superficiale e profonda. Cosa dicono le analisi di richio sanitario in merito? Ci occuperemo presto di questo argomento perché la salute degli operai e la loro sicurezza sul luogo di lavoro ha un valore inestimabile ed incomparabile con qualsiasi tipologia di profitto. Anche con quello relativo alla produzione di acciaio tutelato da uno scudo penale.