DENUNCIA AD

ACCIAIERIE D’ITALIA

GENNAIO 2024

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FIRMA PER LE ASSOCIAZIONI

FIRMA PER I MINORI

 

 

 

TARANTO DENUNCIA ACCIAIERIE D’ITALIA

I cittadini di Taranto e della provincia ionica, i cittadini italiani, anche quelli non residenti a Taranto o residenti all’estero, sottoscrivono il seguente testo che sarà parte integrante della denuncia penale, denominata “DENTRO LA FABBRICA – gennaio 2024”, nei confronti della società Acciaierie d’Italia che gestisce gli impianti ex Ilva di Taranto. Questa denuncia sarà depositata entro il mese di gennaio 2024 presso la Procura della Repubblica di Taranto, a cui verrà chiesto:

di voler disporre gli opportuni accertamenti in ordine ai fatti esposti in narrativa e nei relativi allegati, al fine di valutare la esistenza di profili di illiceità e di individuare i possibili responsabili e le eventuali responsabilità degli enti ex D.lgs. 231/2001, in virtù della attuale e gravissima situazione di emergenza ambientale e sanitaria nella città di Taranto ed in virtù delle evidenze fornite, chiediamo;

di procedere nei confronti dei loro autori, in relazione alla conduzione degli impianti dello stabilimento ex Ilva Acciaierie d’Italia di Taranto perché, anche in esecuzione di un medesimo disegno criminoso ed, eventualmente, in concorso tra loro, sversano e/o, comunque, consentono e/o non impediscono che giungano in atmosfera, nei terreni e nelle acque, enormi quantità di inquinanti veicolati per mezzo di emissioni diffuse, fuggitive, non convogliate, e migranti nelle matrici ambientali, nocive e contenenti, anche, inquinanti come pcb dioxin like e non, tutta la famiglia degli ipa, benzene, idrogeno solforato, monossido di carbonio, cloruro di vinile, biossido di zolfo, tutti metalli pesanti ed in particolare arsenico, piombo, cromo esavalente, mercurio, ed ancora le diossine, i furani ed altri elencati in narrativa degli allegati alla denuncia: inquinanti e sostanze nocive per la salute umana, animale e vegetale, che determinano un gravissimo pericolo per la salute pubblica e provocano eventi di malattia e morte nella popolazione residente a Taranto, in particolare nei quartieri vicino allo stabilimento Acciaierie d’Italia come Tamburi, Paolo VI e Borgo, provocando, inoltre l’avvelenamento delle acque sotterranee e della catena alimentare”.

Alla denuncia saranno allegati documenti, report, fotografie e video che dimostrano gli eventi emissivi anomali che provocano un danno sanitario ed ambientale correlati al ciclo produttivo dell’impianto siderurgico. Tali documenti attestano la scellerata e criminosa conduzione degli impianti da parte del gestore ArcelorMittal a partire dal 2018 sino alla gestione societaria in concorso con lo Stato denominata Acciaierie d’Italia. Sino ad oggi, gennaio 2024.

Nello specifico, la presente denuncia, risulta essere originale ed eccezionale nei suoi contenuti, perché tutti i contenuti media compresi tra il 2018 e il 2023, gli anni di gestione ArcelorMittal, sono stati prodotti all’interno dello stabilimento ex Ilva Acciaierie d’italia di Taranto dagli stessi lavoratori operanti sugli impianti, a dimostrazione che questa organizzazione spontanea popolare ed operaia è la vera espressione di resistenza all’oppressione prodotta da chi pensa di portare i capitali all’estero lasciando a noi l’onere di pagare i debiti della fabbrica per mezzo del debito pubblico, in materia economica, e con la nostra vita, quella dei nostri figli e dei nostri genitori, in materia di sanità.

Resta inteso che in futuro, tale documentazione, continuerà ad essere aggiornata presso la Procura della Repubblica di Taranto dove sarà depositata la presente denuncia sino a quando ce ne sarà bisogno.

Noi cittadini, Associazioni costituite e comitati spontanei, uniti sotto la stessa sigla “Taranto Libera”, che non appartiene a nessun singolo ma è proprietà di una comunità intera, con la presente denuncia ci rivolgiamo direttamente al Capo della Procura di Taranto che è la prima donna nella storia alla guida della procura ionica, la dottoressa Eugenia Pontassuglia, affinché sia dato seguito alla nostra denuncia al fine di rendere giustizia sociale ed ambientale al nostro territorio e al fine di dar voce ai tarantini ma soprattutto, facendo nostre ed incarnando le parole di Alessandro Leogrande, di dare voce e giustizia a chi oggi voce non ne ha più perché non è più tra noi. Ed è per questo motivo che, nonostante l’istituzione Governo e ministeri avvicendati nel corso degli ultimi quindici anni, abbiano fatto di tutto per farci perdere fiducia nei confronti dell’istituzione, ci rivolgiamo ancora una volta alla Procura della Repubblica di Taranto, forse per l’ultima volta.

Per sottoscrivere la denuncia è obbligatorio compilare tutti i campi, successivamente clicca sul tasto SOTTOSCRIVI acconsentendo così al trattamento dei tuoi dati che saranno utilizzati solo per la finalità qui descritta nel rispetto delle norme in vigore in merito alla tutela della privacy.

Ai sensi del D.lgs. n. 196/2003 (Codice in materia di protezione dei dati personali), e del GDPR (Regolamento UE 2016/679), General Data Protection Regulation ossia “Regolamento generale sulla protezione dei dati”

La informo che:

  • I dati spontaneamente forniti per la sottoscrizione della denuncia “Taranto denuncia Acciaierie d’Italia”, verranno trattati nel rispetto delle suddette norme ed esclusivamente per le finalità dichiarate, e cioè esclusivamente per la sottoscrizione della denuncia;
  • Il trattamento sarà effettuato per mezzo di moduli cartacei e di moduli digitali pubblicati sul sito web tarantolibera.it;
  • Tutti i dati forniti non saranno comunicati ad altri soggetti quali enti o associazioni e non saranno utilizzati per fini o scopi di marketing pubblicitario;
  • Il titolare del trattamento è Luciano Manna, nonché proprietario del sito web tarantolibera.it;
  • Il trattamento dei dati avrà luogo presso i luoghi precedentemente comunicati per la raccolta dei dati sui moduli cartacei e sul sito web tarantolibera.it, di conseguenza questi potranno essere archiviati e trattati su strumenti e dispositivi informatici (Personal Computer, PenDrive USB e qualsiasi strumento preposto per i servizi digitali);
  • I dati raccolti saranno conservati e successivamente depositati, sia quelli su moduli cartacei che quelli digitali su CD/DVD, alla Procura della Repubblica di Taranto come allegati alla denuncia.