di Luciano Manna – Il 2023 per ArcelorMittal, poi trasformata in Acciaierie d’Italia insieme ad Invitalia, doveva essere l’anno della produzione a regime al termine dell’attuazione delle prescrizioni AIA e del reintegro sugli impianti degli operai parcheggiati in amministrazione straordinaria. Questo narrava la trama fantastica dagli amministratori della multinazionale franco indiana all’indomani dell’entrata nello stabilimento di Taranto nel 2018, ed ancora oggi si fannno annunci roboanti su investimenti per realizzare un acciaio green che è green solo nei progetti. Oggi è il ministro Urso ad annunciare 1,7 miliardi disponbili per la riconversione dell’Ilva dal Fondo di coesione e contratti di sviluppo per realizzare cosa? Per realizzare il preridotto a Taranto che alimenterebbe forni elettrici, ed hanno anche il coraggio di chiamare questa roba green.

Ulteriori soldi per investimenti in parte sulla carta e quando si investono davvero vengono bruciati su impianti vetusti che andrebbero solo abbattuti, magari lasciandone un pezzo per impianto per farne un museo archeologico industriale ai fini didattici come esiste davvero a Duisburg, il Landschaftspark. Continuiamo a bruciare soldi, come vedremo più avanti in questo articolo ma non ci sono i soldi per le parti civili del processo Ambiente svenduto. O meglio, gli hanno assegnati nel processo di primo grado ed un giudice nell’udienza d’Appello, secondo grado di giudizio avviato da poco, ha detto che non andavano assegnate alle 1500 parti civili: chi le ha prese deve restituirle (guai per il Codacons), gli altri farebbero bene a lasciarle dove sono come bene consigliarono i legali tarantini ai pripri assistiti.

 

Dopo i Riva ArcelorMittal

Pensate che io sia in grado di convincere il nostro management e i nostri ricercatori a venire qui e a dare una mano all’Ilva quando qualcuno dal primo giorno gli dice, attenti perché appena arrivati in Italia vi mettiamo in galera?”. Era il 30 luglio 2018 e queste parole le pronunciò Geert Maurice Van Poelvoorde (allora vice presidente di Arcelor Mittal) nella sala del Ministero dello Sviluppo Economico dinnanzi ad uno sveglissimo Di Maio e purtroppo anche davanti a noi. Io ero a pochi metri da Van Poelvoorde, alle sue spalle, con le cuffie del traduttore simultaneo che dalla lingua belga traduceva in italiano. Una cuffia su un orecchio, l’altro sul mio registratore che poi mi ha consentito di sbobinare quasta fantastica perla. Nessun organo di stampa riportò questo passaggio tanto emblematico quanto premonitore: io fui l’unico a riportarlo il giorno stesso a poche ore da quell’incontro mentre la stampa nazionale era occupata ad assalire i rappresentanti istituzionali che uscivano dalle scale del MiSE. Per la cronaca quel registratore era lo stesso che fu protagonista in Ambiente svenduto dove VeraLeaks entrò come teste chiave per dimostrare i magheggi del laboratorio di stabilimento sotto la gestione della famiglia Riva.

Le perdite dell’ex Ilva dai Riva ad ArcelorMittal. Secondo una analisi dell’associazione Svimez prodotta per il Sole 24 ore Ilva tra il 2013 e il 2018 ha perso circa 4 miliardi di euro mentre sarebbe interessante quantificare la perdita totale della gestione ArcelorMittal dal 2018 al 2023 visto che la produzione dell’acciaio dello stabilimento di Taranto ha seguito un trend negativo nel corso degli anni. Dai 3,4 milioni di tonnellate del 2020 il piano industriale 2021/2025 presentato nella sede di Confindustria e, addirittura, frutto di un accordo con il governo, prevedeva di arrivare ad 8 milioni di tonnellate annue mentre il piano industriale dell’acquisizione degli impianti di Taranto prevedevano 5 milioni di tonnellate nel 2023. E quanti milioni di tonnellate è arrivata a produrre lo stabilimento ex Ilva di Taranto capitanato da Lucia Morselli che voleva accendere anche l’altoforno nr.5? Per l’ex Ilva Acciaierie d’Italia il 2023 si chiude con una produzione di 3.027.328 tonnellate di ghisa pari a 2.970.105 tonnellate di acciaio, meno di 3 mln quindi. Un disastro che stesse fonti governative confermano registrando una perdita di 4,7 miliardi di euro nella gestione di ArcelorMittal soltanto tra il 2018 e il 2022.

Il danno agli impianti creato da ArcelorMittal. Con questo documento del 20 maggio 2024 Ilva in amministrazione straordinaria ha pubblicato un bando al fine di affidare un “Incarico per valutazione stato degli impianti produttivi del Ramo D’Azienda di proprietà di ILVA” che tenga conto “dei tempi e costi necessari affinché detti impianti produttivi facenti parte del Ramo D’Azienda Ilva in AS trasferito, possano essere riportati al buono stato di funzionamento in cui erano alla data di esecuzione del Contratto di Affitto e della perdita di guadagno causata (danno emergente e lucro cessante). Dopo un paio di settimane sulla stampa nazionale sono trapelate alcune leaks tanto che l’azienda ha dovuto comunicare alla stampa una precisazione: “Acciaierie d’Italia in Amministrazione straordinaria precisa che il danno riscontrato negli impianti ammonta a un miliardo di euro e verrà riparato entro l’anno. La spesa prevista per le riparazioni è di circa 400 milioni di euro, somma che sarà coperta con le fonti finanziarie già previste dalla procedura”. Come ha fatto la gestione ArcelorMittal a creare un danno così ingente sugli impianti dello stabilimento ex Ilva di Taranto se sino al 2023 annunciava lavori di manutenzione compresi quelli previsti dall’AIA? Chi doveva controllare il gestore? I commissari di Governo di Ilva in AS? Questo resta un mistero.

I compensi dell’Amministrazione straordinaria.

Quanto ci sono costati i Commissari di Ilva in amministrazione straordinaria dal 2015 a oggi? Premesso un signore per tutti tra professori, avvocati e dottori, così giusto per semplificare, i signori commissari Gnudi, Laghi e Carruba, per ILVA SP.A. IN A.S dal 21 gennaio 2015 al 20 gennaio 2018 hanno percepito  euro 720.000 ciascuno, dal 21 gennaio 2018 al 20 gennaio 2019 una somma pari a euro 240.000 ciascuno, dal 21 gennaio 2019 al 31 maggio 2019 una somma pari a euro 86.136,99 ciascuno. Per TARANTO ENERGIA S.R.L. dal 20 febbraio 2015 al 31 maggio 2019 una somma pari a euro 396.112,04 ciascuno, per ILVA SERVIZI MARTTIMI S.P.A. dal 20 febbraio 2015 al 31 maggio 2019 una somma pari a euro 82.693,73 ciascuno, per ILVAFORM S.P.A. 20 febbraio 2015 al 31 maggio 2019 una somma pari a euro 15.920,96, per SOCOVA S.A.S. dal 17 marzo 2015 al 31 maggio 2019 una somma pari a 13.948,87 ciascuno, per TILLET S.A.S. dal 17 marzo 2015 al 31 maggio 2019 una somma pari a 13.979,50 ciascuno e per PARTECIPAZIONI INDUSTRIALI dal 5 dicembre 2016 al 31 maggio 2019 una somma pari a 245.330,42 ciascuno. Va specificato che per Laghi la liquidazione è stata sospesa per i compensi relativi alla società ILVA SP.A. IN A.S dal 21 gennaio 2019- 31 maggio 2019 e per il periodo di riferimento compreso dal 20 febbraio 2015 al 31 maggio 2019 per tutte le altre società in AS. (documento Compenso dei Commissari Straordinari prima del 01/06/2019)

Per i signori commissari Lupo, Ardito e Danovi, relativamente alla società ILVA S.P.A. IN A.S., dall’1 giugno 2019 al 31 maggio 2020 vengono erogate somme pari a euro 111.245,69 ciascuno, per il periodo 1 giugno 2020 al 31 dicembre 2021 una somma pari a euro 380.054,79, dall’1 gennaio 2022 al 30 settembre 2023 una somma pari a euro 420.000 ciascuno mentrte per il periodo 1 giugno 2019 – 30 novembre 2021 per la società ILVA SERVIZI MARITTIMI S.P.A. una somma pari a euro 36.202,77 ciascuno, per la società TILLET S.A.S. una somma pari a euro 48,52 ciascuno, per la società TARANTO ENERGIA SRL una somma pari a euro 98.085,91 ciascuno. (documento Compenso dei Commissari Straordinari dal 01/06/2019)

Svendo la Sanac.

Quanto ci costa la Sanac? La vicenda di questa azienda produttrice e fornitrice diretta del gruppo Riva di materiali refrattari (per altiforni, siviere, carri siluro, ecc.) è lungua quanto la permanenza di ArcelorMittal negli stabilimenti italiani, Taranto compresa. La Sanac doveva essere acquisita immediatamente dai franco indiani ma la storia è andata diversamente diciamo all’italiana: come ha fatto lo Stato italiano a non obbligare l’acquisizione dello stabilimento nel gruppo ArcelorMittal come produttore di mattoni refrattari consentendo loro, salvo alcune prime commesse pagate anche con difficoltà, di approvviggionarsi di mattoni refrattari indiani? Ad esempio leggi Falso Made in Italy del Governo. Mattoni refrattari dall’India per L’Ilva di Taranto.

Ecco il bando di vendita “Invito a manifestare interesse all’acquisto dei complessi aziendali facenti capo a Sanac S.p.A. in Amministrazione Straordinaria” con il quale si cerca un acquirente. Sarà lo stesso che gestirà gli impianti ex Ilva oggi denominati Acciaierie d’Italia? Le manifestazioni di interesse a partecipare alla Procedura dovranno pervenire entro e non oltre le ore 17:00 (ora italiana) del giorno 1° luglio 2024, in plico sigillato recante al suo esterno la dicitura “Manifestazione di interesse – Project Stone 2024” e l’identificazione del mittente, presso lo studio del Notaio dott. Mario De Angelis. Ciò significa che anche per la Sanac, una azienza che è sinonimo di pasticcio statale abbiamo pagato di tasca nostra notevoli incarichi a vari soggetti, dal 2016 ad oggi. Ad esempio, contutto il rispetto per il notaio De Angelis, il suo ufficio lo paghiamo sino a dicembre 2024: dal 14/12/2021 al 31/12/2022 10.000 euro per prestazioni professionali relative ad assistenza notarile relativa al trasferimento del ramo di azienda di Sanac. Trasferimenti molto lughi che ci costano. Dal 06/10/2022 al 31/12/2023 euro 8.000, dal 06/11/2023 al 31/12/2024 euro 7.500 sempre per lo stesso motivo.

La gestazione per la cessione del ramo di azienda Sanac l’abbiamo pagata cara, è chiaro che non andava venduta subito per tanti motivi. Un altro esempio è quello della Prometeia S.p.A. a cui corrisponde in data 01/03/2022 un compenso omnicomprensivo di euro 60.000 + success fee  pari a euro 150.000 al completamento delle attività oggetto dell’incarico. Ed ancora 50.000 per proroga incarico con scadenza al 30/06/2023 ed ulteriori 35.000 per proroga incarico con scadenza al 30/06/2024. Alla Deloitte Financial Advisory S.r.l. abbiamo pagato 47.000 euro per una stima del valore economico dei complessi aziendali di SANAC SpA in AS e predisposizione di una perizia giurata. Qui il documento incarichi di consulenza relativi alla Sanac.

Il Tribunale di Milano: dalla sezione fallimentare allo stato di insolvenza

Il 5 febbraio 2024 il dottor Cesare Giuseppe Meroni, in qualità di esperto, redige un parere per la sezione fallimentare del Tribunale di Milano nell’ipotesi di un percorso di risanamento di Acciaierie d’italia (download documento parere esperto). Vengono valutati i seguenti elementi: 1) disponibilità finanziarie e copertura del fabbisogno finanziario occorrente per l’esecuzione dei pagamenti dovuti; 2) conseguenze delle misure protettive sugli approvvigionamenti e rischio che i fornitori pretendano pagamenti delle nuove forniture all’ordine o alla consegna; 3) nel caso di estensione delle misure protettive alle esposizioni bancarie, rischio della loro riclassificazione a ‘crediti deteriorati’ con conseguenze sulla nuova concessione di credito e con particolare riferimento all’estratto della centrale rischi prodotto;

Il dottor Meroni, che redige il parere per conto del giudice Pipicelli, precisa che non ha avuto molto tempo a disposizione per questo lavoro che ha consegnato il 5 febbraio 2024 quando solo il 25 gennaio dello stesso anno aveva incontrato la dottoressa Morselli e i suoi consulenti. Ma la situazione al dottor Meroni era già chiara a febbraio quando nel documento scrive: In conclusione, lo scrivente ritiene che, nelle condizioni attuali, AdI non disponga di una disponibilità di cassa nemmeno sufficiente ad assicurare la continuità aziendale per il solo mese di febbraio – e conclude scrivendo – il sottoscritto deve dare atto di avere rilevato una azienda che, supportata finanziariamente in modo adeguato, potrebbe realizzare la massa critica di produzione industriale auspicata, e obiettivo da sempre prefissato, condizionatamente alla piena efficienza degli impianti e dal rispetto delle norme ambientali.

Già, efficenza degli impianti e rispetto delle norme ambientali. Come poteva attuarsi questa ipotesi se ancora oggi la Procura di Taranto ha avviato nuove indagini sui gestori e gli impianti non sono efficenti tanto che la gestione commissariale di AdI stima un danno di un miliardo sugli impianti stessi all’indomani dell’uscita dalla gestione di ArcelorMittal?

Ed ecco arrivato lo stato di insolvenza di Acciaierie d’Italia SPA con sede a Milano in Viale Certosa dal Tribunale di Milano dopo la Camera di COnsiglio dei Magistrati De Simone, Rossetti e Giani tenuta il 29 febbraio 204, pochi giorni dopo il parere dell’esperto e successivamente alla domanda di dichiarazione dello stato di insolvenza proposta dal socio Invitalia SPA. (download sentenza insolvenza AdI)

Gli aiuti di Stato comunicati alla Commissione europea

Altra annosa grana nel corso della vicenda Ilva di Taranto è stata rappresentata dagli aiuti di stato del paese membro Italia, aiuti che devono, appunto, rispettare la normativa europea e non per caso hanno attivato le indagini della Commissione europea atte al recupero dei fondi erogati in violazione delle norme. Il sito web della Commissione europea è fornito di uno strumento di ricerca pubblica al fine della trasparenza degli aiuti di Stato che fornisce “accesso ai dati relativi agli aiuti individuali che vengono comunicati dagli Stati membri in conformità degli obblighi europei in materia di trasparenza degli aiuti di Stato. L’obiettivo di tali obblighi è quello di promuovere la responsabilità delle autorità che concedono gli aiuti e di ridurre le incertezze sul mercato riguardo agli aiuti di Stato. I cittadini e le imprese potranno in tal modo accedere agevolmente ad informazioni utili sugli aiuti concessi, quali il nome del beneficiario, l’importo, l’ubicazione, il settore e l’obiettivo“.

Dalla consultazione di questo stumento si evince che lo Stato italiano dal 2017 al 2019 ha erogato alla società Ilva SPA le sueguenti somme: 195,392 EUR di “aiuti destinati ad ovviare a danni da calamità naturali” e 14,280,513 EUR, 7,993,253 EUR, 6,475,433 EUR, 7,269,179 EUR, 1,065,304 EUR per “protezione ambientale”. (scarica il documento)

Per Acciaierie d’Italia SPA il 07/12/2021 300,000,000 EUR per rimedio a un grave turbamento dell’economia dalla SACE S.P.A.; il 03/02/2022 24,610,895 EUR come protezione ambientale dalla Cassa per i servizi energetici e ambientali (CSEA); il 23/02/2022 l’Inps eroga 800,000 EUR per grave turbamento dell’economia (covid); il 30/06/2022 250,000,000 EUR dalla SACE S.P.A per grave turbamento dell’economia; il 02/08/2022 da Acquirente Unico S.p.A. 8,172,068 EUR per protezione ambientale; il 30/06/2022 Invitalia eroga 30,000,000 EUR per rimedio a un grave turbamento dell’economia covid) e il 21/12/2022 8,234,411 EUR sempre da Invitalia per aiuti agli investimenti che consentono alle imprese di andare oltre le norme dell’Unione in materia di tutela ambientale; il 09/06/2023 Acquirente Unico S.p.A. eroga 14,413,321 EUR per protezione ambientale; il 24/07/2023 Invitalia eroga 64,632,922 EUR per aiuti agli investimenti che consentono alle imprese di andare oltre le norme dell’Unione in materia di tutela ambientale (scarica il documento).

Altri aiuti di Stato erogati per ArcelorMittal fanno riferimento a varie società che gestiscono altre e siti industriali società come quello di Avellino, Piombino, ArcelorMittal CLN Distribuzione Italia, ArcelorMittal Flat Carbon Europe SA (scarica il documento).