di Luciano Manna – Ci troviamo nella Linea E del reparto Agglomerato dello stabilimento ex Ilva, oggi Acciaierie d’Italia, la controllata di ArcelorMittal. Nello specifico, grazie a questo video, possiamo osservare cosa accade nel luogo dove sono in marcia i nastri MDRI dell’impianto di recupero, detta linea gialla, che qui dovrebbero convogliare il materiale fino: polveri di cottura agglomerato ed agglomerato fine con pezzatura non utilizzabile in altoforno. L’omogeneizzato cotto che diventa agglomerato è composto da minerali di ferro, coke, calcare, calce, ed altri materiali aggiunti.

Il particolare preoccupante, alla luce delle evidenti dispersioni diffuse di questi impianti, si concretizza se si considera che queste polveri finissime provengono dall’aspirazione del materiale durante la cottura dell’omogeneizzato che a fine processo diventa agglomerato pronto ad essere inviato in altoforno. Quindi, considerando che siamo in fase cottura, è escluso che queste polveri siano state trattate dagli elettrofiltri primari e meep, filtri che dovrebbero captare temuti inquinanti come la diossina che, appunto, si formano durante il processo di agglomerazione.

La dispersione di queste polveri nell’impianto di recupero è dovuta all’inefficenza dell’impianto di depolverazione secondaria che dovrebbe convogliare queste polveri verso filtri a manica. L’inefficenza del dopolveratore secondario, secondo quanto appreso dalle nostre fonti, dipenderebbe dalla marcia di una sola ventola anzinché due, condizione che fa calare il potere aspirante della depolverazione e contribuisce alla dispersione non convogliata delle polveri. E’ evidente da questo video che queste polveri finissime si disperdono negli ambienti dello stabilimento creando una condizione di rischio per gli operai del reparto ma anche per le abitazioni civili che si trovano in prossimità dello stabilimento, in particolare quelle del quartiere Tamburi e Paolo VI.

Alla luce di queste evidenze l’impianto agglomerato andrebbe fermato immediatamente. In queste condizioni non può continuare a produrre. Chissà cosa ne pensano i giudici del Consiglio di Stato che in questi giorni stanno producendo sentenza e motivazioni in merito all’ordinanza del sindaco di Taranto, Rinaldo Melucci, che con questa ordinanza ritenuta già valida e legittima dal TAR Lecce ordina lo stop degli impianti perché rappresentano un rischio per la salute delle persone. In queste ore l’agglomerato sta marciando in queste condizioni. Fermate questi impianti.

Il materiale media pubblicato in questo articolo viene posto all’attenzione della Procura della Repubblica di Taranto.

 

A Luciana