Un nutrito gruppo di lavoratori del reparto PLA2 è seriamente preoccupato per la loro salute perché il loro reparto è interessato da amianto friabile, non censito o non bonificato, all’interno dei forni di preriscaldo, appunto del reparto pla/2. Nel giugno 2017, raccontano gli operai del PLA2 a VeraLeaks, a fronte di lavori edili di ristrutturazione del refrattario interno al forno, la ditta esecutrice rilevava la presenza di amianto e di conseguenza la direzione aziendale attua tutte le misure per trattare la materia, ma restano seri interrogativi senza risposta: prima di questa data questo amianto non era censito.

Nel reparto, proseguono gli operai, sono presenti 3 forni di preriscaldo nei quali è stata accertata la presenza di amianto. Il forno numero 1 è fermo dal 92, ma la sua struttura è ancora lì, esposta alle intemperie come pioggia e vento che possono veicolare in dispersione nell’ambiente le fibre di amianto; anche nel forno 3 c’è amianto, è spento ma nelle disponibilità di una ripartenza mentre  il forno 2 è in marcia ed anch’esso all’interno ha amianto. Il forno lavora ad elevate temperature, 1600 gradi circa, e ad alte pressioni, quindi il rischio di dispersione nell’aria si concretizza non solo per i lavoratori del PLA2 ma anche nell’atmosfera e quindi verso la città di Taranto.

Ora noi ci chiediamo in primis come sia stato possibile che queste migliaia di tonnellate di amianto non fossero censite. E quanto ce n’è ancora da censire? Siamo preoccupati perché non sappiamo quanto amianto abbiamo respirato e quanto ne respireremo ancora. Pur avendo chiesto spiegazioni all’azienda ed ai sindacati non abbiamo avuto risposte o atti concreti, ma solo non tanto velate minacce, le solite legate al ricatto occupazionale! Scriviamo in forma anonima per il clima oramai noto a tutti che si crea intorno ad i lavoratori che provano a far valere i propri diritti in tema di sicurezza e salute. Ora che lo Stato acquisisce gli impianti e li gestisce insieme ad ArcelorMittal miglioreranno le condizioni di lavoro o resteranno tali?

Speriamo che questa nostra denuncia muova, oltre all’opinione pubblica, qualche ente preposto al controllo e alla giustizia. Vogliamo mettere fine a questo stato di ansia creato da un ambiente di lavoro in cui si ha paura di denunciare per non essere licenziati. Questa è la condizione in cui tutti i lavoratori del PLA2 vivono dalla data di ritrovamento dell’amianto. Pretendiamo di essere ascoltati perché come lavoratori abbiamo una dignità, ci teniamo alla nostra salute e a quella di una città intera.

Ci rivolgiamo alla Procura della Repubblica di Taranto, nonostante tutto crediamo ancora nell’azione dell’istituzione, quella sana, quella che agisce in nome del rispetto della Legge”.

I Lavoratori del PLA2″