Era stato già annunciato alcune settimane fa dai miticoltori che allevano la cozza tarantina nel Mar Piccolo ed è accaduto davvero, non per caso: buona parte della cozza adulta tarantina allevata nel secondo seno e pronta ad essere venduta è morta a causa delle alte temperature che hanno riscaldato eccessivamente gli specchi d’acqua dove si allevano le cozze, in particolar modo le zone più inoltrate del secondo seno, adiacenti alla cirmummarpiccolo.
Venerdì 11 luglio i miticoltori si recarono per un sit-in di protesta sotto Palazzo di Città per denunciare il predominio nel mercato della cozza greca, un mercato che gode degli sgravi fiscali concessi dalla quasi totale illiceità della filiera: cozza greca che arriva a Taranto sui mezzi pesanti saltando le dichiarazioni agli organi veterinari di controllo, trasformata in centri abusivi senza autorizzazioni alla trasformazione del prodotto ed in violazione delle norme sanitarie e quindi venduta confezionata con etichette false in tutta Italia. Il risultato? La cozza tarantina non si vende e rimane invenduta nel mare sino alla sua morte bollita nell’acqua troppo calda d’agosto. Si blocca già al primo step della filiera, cioè il miticoltore non riesce a venderla a nessun centro di spedizione che a sua volta l’avrebbe rivenduta alle pescherie, ai ristoranti o ai tradizionali banchi autorizzati nei mercati rionali, proprio quei banchi che oramai vendono solo la cozza greca. Il tarantino consumatore? Visivamente, quando compra, non sa neanche comprendere la differenza tra la cozza greca e quella tarantina.
Ad oggi diversi miticoltori ci hanno comunicato di aver tirato su filari di cozze con i gusci completamente vuoti, la cozza è morta, almeno metà del prodotto adulto è andato perso, si salvano quelle degli allevamenti che godono di un minimo di corrente di acqua più fresca proveniente dal primo seno. Già, il primo seno del Mar Piccolo, un luogo fertile nonostantetutto, ma lì la cozza può crescere sino alla fine di febbraio, poi va spostata perché in quel luogo nella sua parte grassa assorbe quantità elevate, oltre i limiti di legge, di diossine e pcb. Ma non avevamo un commissario straordinario alle bonifiche? Vera Corbelli, dal 2014. Nessuna bonifica. Sei anni di “lavoro” ma il primo seno del Mar Piccolo è ancora privo di bonifiche. Da qualche giorno il suo incarico non è stato rinnovato. E il sindaco? L’assessore alle attività produttive? Il controllo del territorio da parte dei vigili urbani? In via Garibaldi i centri abusivi continuano a produrre vaschette piene di cozza greca. E’ quindi colpa del tarantino ignorante e delinquente che affossa il tarantino onesto, è colpa dell’istituzione che concede illeciti ed abusivismo da troppi anni. Per le loro colpe la cozza tarantina è morta anche querst’anno e forse tra qualche anno non sarà più prodotta. Ci mangeremo la cozza greca abbondante di biotossine, prodotta dai delinquenti. Ce lo meritiamo.
Ma chi risarcirà oggi i miticoltori onesti che continuano a credere nella produzione del mitile autoctono, cioè la cozza tarantina? Nonostante il contrasto alle attività illecite da parte della Guardia Costiera, Carabinieri e della Polizia di Stato questo è il drammatico risultato di una amministrazione che continua a giocare con la propaganda politica sulla pelle dei cittadini. In questo video quello che accade in questi giorni. Cozze vuote.