Un articolo del 30 marzo pubblicato dalla testata francese Le Figaro spiega che la multinazionale franco-indiana ha ripreso l’attività nel suo sito di produzione di lamiera d’acciaio a Montataire per soddisfare la domanda in particolare nel settore automobilistico in Germania mentre per il sito di Florange l’attività è ripresa in particolare per la produzione di acciaio per imballaggi.

Appare, quindi, disomogenea la politica industriale del colosso d’acciaio nei diversi siti che gestisce in Europa. ArcelorMittal nel sito di Taranto continua ad attuare la politica dei tagli applicando senza pietà il medoto della cassa integrazione mentre in Francia riattiva la produzione in due siti. E’ ancora più chiaro quindi, ciò che appariva scontato già da tempo: ArcelorMittal sembra essere seriamente intenzionata a lasciare la gestione degli impianti di Taranto ben presto, probabilmente a fine 2020, o addirittura prima. A quel punto il Governo non avrà altra scelta che applicare ed avviare lo strumento amministrativo “accordo di programma” per l’immediata chiusura dello stabilimento impiegando dipendenti ed operai per una mastodontica operazione di bonifica, quella che Taranto aspetta da anni, quella che a Taranto, se fosse stata applicata la Legge, si sarebbe già fatta da anni. Le istituzioni italiane, vista la tragica condotta del gestore da settembre 2018 ad oggi, dovrebbe attuare già da subito un programma per salvaguardare l’intera economia locale e il futuro degli operai, gli stessi operai che sino ad oggi sono stati messi nelle mani del privato con le conseguenze che tutti conosciamo.

Fonte articolo originale: lefigaro.fr